Page 75 - Sbirritudine
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nostra auto, facendolo crepitare.
«Minchia» urlai, «fuori tutti!» Renzo aprì lo sportello e vi si riparò
dietro inginocchiandosi a terra, in mezzo al fango. Per fortuna Cripto
scese dal lato destro, anche lui protetto dal suo sportello. Io scesi e
rischiai di scivolare, ma avevo aperto il finestrino e afferrai il montante
dello sportello con la mano sinistra, mentre con la destra stringevo la
pistola.
Non avevo preso la mira. Premetti il grilletto e il proiettile si perse
nella pioggia. Cripto sparò un colpo al faro della Punto facendolo
scoppiare. Dal lato opposto, Renzo mi cercava con gli occhi attraverso
la macchina, i sedili, il cambio. Pensai che erano pochissimi i poliziotti
che avevano preso parte a uno scontro a fuoco, e che di solito capitava
con gente non addestrata. Leto era un killer professionista, invece.
Stavolta presi la mira e il proiettile entrò nel parabrezza della Punto,
superò tre teste, distrusse il lunotto posteriore e continuò la sua corsa.
Leto fece esplodere di nuovo il suo cannone. Altra grandinata. Stavolta
impattò contro lo sportello dietro cui c'era Renzo. Il contraccolpo
spinse lo sportello e Renzo scivolò sul fango nel tentativo di opporsi a
quella spallata di piombo. Cripto si sollevò in piedi e rispose una, due,
tre, quattro volte. Non la finiva più. Da dentro la Punto uno degli altri
due sparò una fucilata che fece schizzare in mille grani di vetro il loro
parabrezza. Poi la Punto cominciò ad avanzare verso di noi. Io sparai
un altro colpo al motore. Renzo provò a beccare le gomme. Cripto
aveva finito i colpi, ma se ne stava lì dietro lo sportello a premere il
grilletto come se si fosse incantato. La Punto accelerò e scartò verso
l'interno, rischiando di travolgere me e Cripto.
«Attenti!» urlai. Mi buttai in avanti, finendo sul nostro cofano. Renzo
e Cripto si lanciarono dentro l'abitacolo. La Punto investì i due sportelli
richiudendoli e si incuneò tra la fiancata della montagna e quella della
nostra auto. Mi alzai in piedi, presi la mira e sparai altri due colpi
contro di loro. Ma non riuscii a fermarli. Risalii in macchina e dissi che
li dovevamo inseguire. Cripto era disteso sui sedili dietro che fissava il
vuoto. A Renzo tremavano le mani. Gli dissi di spostarsi e di lasciarmi
guidare. Ma ci volle un po' prima che capisse cosa gli stavo dicendo.
Finalmente feci manovra e ripartimmo. Ma era passato troppo tempo,
dei tre non c'era traccia. Poi vedemmo la Punto: l'avevano abbandonata.
I nostri colpi l'avevano messa fuori uso.