Page 69 - Sbirritudine
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spacciatore qualunque. Mi dovevo fare le ossa. A quel livello ci si
arrivava con calma. Comunque feci un discorso a Renzo e Paco. Erano
siddiàti e svèrsi. Promisi che non avrei più fatto di testa mia, e loro mi
dissero che era tutto a posto, che c'era molto lavoro da fare.
Mi sedetti alla scrivania e uno dei nuovi mi portò un fascicolo:
“Cooperativa Sole”, così si intitolava. Era il mio fascicolo. Dentro c'era
tutto quello che avevo raccolto su quella cazzo di cooperativa. Bosco
mi dava un segnale: riparti da lì. Sei mesi prima avrei preso il fascicolo
e sarei tornato da Calafiore a scassargli di nuovo la minchia. Ora no.
Avevo studiato al corso. Dal codice Rocco eravamo passati al codice
Vigna. Il nuovo codice di procedura penale prevedeva che una notizia
di reato andasse trasmessa entro e non oltre le quarantotto ore alla
Procura della repubblica. Entro e non oltre. Quarantotto ore. E invece
erano passati sei mesi. Bosco mi voleva dire: riparti da lì. Sì, per
fottermi il posto. Paco e Renzo mi chiesero cosa avessi intenzione di
fare. Io presi il fascicolo e andai da Bosco, che mi ricevette con un
sorrisetto soddisfatto. Voleva umiliarmi, con quel fascicolo,
dimostrarmi che non potevo fare nulla. Io gli relazionai in perfetto
burocratese, l'unica lingua che era in grado di intendere, che non avrei
potuto inoltrare alla Procura la notizia di reato contenuta nel fascicolo
senza citare il fatto che lui, Bosco, si era reso colpevole di omissione.
Bosco mi guardò preoccupato. Continuai dicendo che avrei dovuto
denunciare alla magistratura non solo lui, ma anche tutti quelli che
erano venuti in contatto con il fascicolo. E finii dicendogli che a me
della carriera non me ne fregava niente. Io ero sbirro e sbirro volevo
restare. Sulle strade di volante? Avrei fatto lo stesso il mio dovere. In
archivio? Uguale, avrei rotto i coglioni pure da lì. Io avrei fatto sempre
quello che andava fatto. Bosco sbatté i pugni sul tavolo e si infilzò con
una graffetta. Io posai il fascicolo Sole sulla sua scrivania e gli dissi che
faceva meglio a tenerlo nascosto, o qualcuno se ne sarebbe potuto
approfittare. Bosco afferrò il fascicolo e lo ficcò in fondo a un cassetto.
La storia della cooperativa si stava insabbiando sotto i miei occhi, ma
non potevo farci niente. Adesso dovevo lasciare andare e avere
pazienza. Bosco non lo sapeva, ma avevo fotocopiato tutto quello che
c'era nel fascicolo. Un giorno, ne ero certo, mi sarebbe servito.