Page 61 - Sbirritudine
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gli  esami  scritti  e  orali  e  poi  il  corso  di  sei  mesi  a  Roma  o  forse
              addirittura  più  a  nord.  E  poi,  che  avrei  detto  a  mia  moglie?  Che  la

              lasciavo sola adesso che avevamo un figlio? Non ne feci parola con lei.
              Non avrebbe capito.

                 Infine  arrivò  il  gran  giorno.  L'inaugurazione  della  squadra
              investigativa  di  Prezia.  Uffici  vecchi,  ma  riadattati.  Telefono  e  fax
              diretti.  Brindisi  e  schitìcchi.  Nessun  discorso,  visto  che  Bosco  non

              partecipò per via di non ricordo più quale scusa. Però eravamo riusciti
              nell'impresa.

                 Pippo  era  vestito  come  se  fosse  domenica.  Paco  rideva  e  beveva.
              Renzo  era  preoccupato:  sapeva  che  quello  per  noi  era  un  salto  di
              qualità,  ma  anche  un  salto  nel  buio.  Io  ero  tranquillo  fuori,  mentre

              dentro ribollivo di idee e pensieri. Bisognava rendere impermeabile la
              squadra. Nessuna notizia doveva uscire all'esterno, ma tutte le notizie
              dovevano  affluire  costantemente  all'interno.  Massima  fiducia  tra  noi,
              nessuna con gli altri colleghi. Col tempo, forse.

                 Ero preso da questi ragionamenti quando arrivò la prima telefonata.

              Tutti  rimasero  fermi.  Spettava  a  me  rispondere.  Era  una  forma  di
              rispetto  e  di  riconoscimento. Alzai  la  cornetta:  era  lo  SCO  di  Roma,
              avevano  bisogno  di  verificare  un'informazione.  Confermai  tutto
              spiegando che avevo attenzionato da tempo quella faccenda con la mia

              squadra. Loro mi ringraziarono e mi augurarono buon lavoro. Prezia era
              diventato un fortino operativo. Non era più una zona grigia. Lo Stato
              c'era. Noi c'eravamo.





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                 Percorro via Lincoln. In questa strada c'è tutta Palermo: un pezzo di
              università, una piccola Chinatown, commercianti di abbigliamento da

              generazioni, la sede del  «Giornale  di Sicilia», l'ingresso del quartiere
              della Kalsa con le  mura della  città,  l'orto botanico e poi il porto e il
              mare. A quest'ora la attraversi in meno di cinque minuti e puoi dire di

              avere visto Palermo. Poi svolto a sinistra lungo il Foro Italico. Anni fa
              era pieno di prostitute e i ragazzi ci venivano a fare il tour de pull, il
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