Page 46 - Sbirritudine
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il modo con cui i vecchi affiliati alla mafia si riconoscevano tra loro.
              Avrei dovuto fare lo stesso gesto e dire le stesse parole per dimostrare

              che ero un affiliato anch'io. Facevamo questo numero ogni volta che ci
              incontravamo, ma in quell'occasione gli andai incontro e lo abbracciai.
              Dopo tanto tempo finalmente una faccia amica. E poi volevo che tutti
              vedessero che eravamo amici e che da quel momento io diventavo due.

              Non  ero  più  solo.  Dovevano  temerci,  volevo  farglielo  capire  perché
              ormai avevo raccolto tante di quelle prove contro di loro che appena si
              fossero permessi di scassarci la minchia li avrei agghiacciàti all'istante.

                 Con Renzo non perdemmo tempo. Bisognava recuperare terreno. Per
              prima  cosa  iniziammo  a  pattugliare  le  strade. Alla  fine,  se  vuoi  fare

              davvero bene il lavoro di poliziotto, è sempre da lì che bisogna partire.
              In ufficio ci stai solo il tempo necessario per redigere i verbali. Le cose
              succedono fuori.

                 Renzo non vedeva l'ora, e anche io ero su di giri. Non c'era notte o
              giorno. Esisteva il lavoro e basta. Orario di lavoro continuato: quattro

              quadranti. Straordinari manco l'ombra, ma bisognava cominciare. C'era
              bisogno  di  creare  una  rete  affidabile  di  informatori.  Con  quella
              avremmo iniziato a dragare il fondo di Prezia.

                 Decidemmo di usare la mia auto personale, una Ritmo bianca dell'85,
              perché quelle del commissariato erano sgamate. Sostituivamo la targa

              prima  di  montare  in  servizio.  Renzo  ci  mise  le  mani  e  le  fece
              guadagnare spunto e ripresa, cambiammo le ruote: filava che era una
              meraviglia. Avevo un sacco di idee su come svoltare le cose e adesso

              grazie  a  Renzo  avevo  anche  altri  nomi  di  poliziotti  veri.  Sbirri  dallo
              stato  di  servizio  impeccabile  che  non  si  conoscevano  tra  loro  e  che
              chiedevano il trasferimento al commissariato di Prezia proprio mentre
              questo  si  svuotava  dei  suoi  agenti  coinvolti  in  crimini,  scandali,

              collusioni,  reati  vari.  Dovevo  vuotare  quel  catino  pieno  di  melma
              putrida con una mano e con l'altra riempirlo di acqua di fonte. Era un
              piano  semplice  ma  il  problema  erano  i  capi.  E  quelli  erano  talmente

              ingramagliàti che sostituirli era impossibile.
                 Una cosa alla volta. Intanto bisognava ripartire dalle strade.





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