Page 41 - Sbirritudine
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così,  perché  non  me  l'aveva  detto?  Quel  posto  era  deserto  anche  di
              giorno. C'era già stata la vendemmia e non ci passava nessuno. Se lui si

              era fatto un giro con la macchina da quelle parti aveva messo in allarme
              i due latitanti. Si era tradito, il bastardo. Solo non sapevo quanto fosse
              coinvolto. Conosceva la villa e i due abitanti? Li copriva?

                 Capii  che  la  villa  che  stavamo  assaltando  era  vuota  e  che  non
              avremmo  trovato  nessuno.  I  due  mafiosi  erano  già  in  un  altro  luogo

              sicuro.
                 Mentre Maccarrone continuava a spiegare il suo piano della minchia

              a me veniva da vomitare. Ecco perché aveva insistito per coinvolgere
              Cric  e  Croc:  quando  l'operazione  si  sarebbe  rivelata  un  fallimento
              avrebbe  potuto  scaricare  la  colpa  su  me  e  loro.  Era  chiaro  che  le

              indagini che avevo effettuato sui miei colleghi non erano così accurate
              come credevo. Mi ero sopravvalutato.

                 «Hai  capito?»  mi  gridò  Maccarrone.  Cric  e  Croc  scoppiarono  di
              nuovo a ridere.

                 «Sì, ho capito» gli dissi. Avevo capito eccome. Feci come ci aveva
              detto.  Andai  con  lui.  Strisciava  lungo  i  campi  come  un  attore
              consumato. Si era calato nella parte del marine americano in missione

              segreta. Stronzo. Io praticamente camminavo quasi diritto dietro di lui.
              Mi faceva segno di abbassarmi, ma non gli davo retta. Non vedevo l'ora
              che quella farsa finisse. Alla luce della luna scorgevo Cric e Croc che

              facevano  un  casino  inciampando  su  tutto.  Poi  arrivammo  all'ingresso
              della villa, Croc diede una spallata e la porta si aprì. Loro tre corsero su
              e giù per la casa, io rimasi lì all'ingresso. Maccarrone tornò da me con il
              fiatone. «Non c'è nessuno» mi disse. Lo stesso ripeterono Cric e Croc di

              ritorno  dalla  loro  pericolosissima  ispezione.  Io  commentai  solo:
              «Peccato». Maccarrone mi rispose che forse la mia soffiata era un'esca.
              «Possibile» mi limitai a dire. Poi gli voltai le spalle e me ne andai.

                 Camminavo tra i filari. La luna non la smetteva di alluciàre tutto e
              renderlo così chiaro. Al commissariato ci tornai a piedi.

                 Mi  sento  esattamente  come  quella  volta,  svuotato.  Anche  adesso,

              mentre guido, ho la sensazione che sia tutto inutile.
                 Noi  e  loro.  Poliziotti  e  mafiosi.  Poliziotti  buoni  e  poliziotti  cattivi.

              Cittadini onesti e cittadini di merda. Tutti qui a contenderci lo stesso
              osso,  a  marcare  lo  stesso  territorio.  Prezia,  come  Bonifacio,  come
              Cardillo, come Palermo. Passano i mafiosi e pisciano. Poi arriviamo noi
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