Page 42 - Sbirritudine
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a dargli la caccia e ci ripisciamo sopra. Urina su urina. Ormai tutta la
              Sicilia è una latrina a cielo aperto. Un vespasiano, a forza di pisciarci

              su.




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                 La Palermo-Trapani è uno sfregio nero a due corsie che corre lungo

              la costa a ridosso del mare. L'asfalto è stato colato sopra la spiaggia,
              cancellandola  per  sempre.  Poi  qualcuno  ha  pensato  bene  di  sfruttare
              quei pochi metri sopravvissuti, delimitati dal nastro autostradale da una

              parte e da uno scampolo di bagnasciuga dall'altra, per costruirci sopra
              un cubo chiamato casa. Poi a un altro è venuta la stessa idea. E alla fine
              è spuntata una lunghissima filiera di edifici mostruosi che nascondono
              la vista del mare, come una catena di frangiflutti abitati.

                 È con questa autostrada che si va o si torna dall'aeroporto. E mentre

              guidi,  lo  sai  che  arriva.  Lo  so  io  come  lo  sanno  tutti  i  siciliani.  Lo
              sappiamo bene che è lì, e non possiamo farci niente. È lì, ed è lì che
              deve restare, per sempre. È lì e, anche se non vuoi pensare, alla fine
              appare e ti costringe a farlo. Ovunque tu stia andando, o da qualunque

              parte del mondo tu stia tornando, quando passi da lì provi quel dolore
              sottile. Ti sale la mùtria. E ricordi quel ricordo. Chiunque di noi ricorda
              dove si trovava e cosa stava facendo in quel momento.

                 Quando decisero  di ammazzare Falcone progettarono tutto con uno
              scopo  preciso. Volevano  dimostrare  la  loro  potenza  militare  e  la  loro

              spregiudicatezza.  Volevano  fare  capire  chi  comandava.  Volevano
              cancellare l'uomo, quello che stava facendo e ciò che rappresentava. Lo
              volevano  estirpare  come  un  filo  d'erba  malefica  dalla  coscienza  dei

              siciliani.
                 Ma  non  ci  sono  riusciti.  Perché  ogni  volta  è  lo  stesso.  Viaggi  in

              autostrada  e  ti  appare  il  monumento  a  Giovanni  Falcone.
              Quell'obelisco. Quelle bandiere. E sotto le montagne basse e calve, in
              lontananza,  vedi  il  casolare  in  cui  erano  appostati  e  dal  quale  fecero

              scattare  il  detonatore.  Quel  casolare  che  ora  è  dipinto  di  bianco  con
              l'enorme scritta blu NO MAFIA, illuminato di giorno dal sole e da un
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