Page 32 - Sbirritudine
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tubi del cementificio che incombe sul paese come una minacciosa rete
              da pesca. Il famigerato mostro che da cinquant'anni vomita merda nelle

              vene e nel cuore di Prezia. Premiata fabbrica di veleni e tumori.
                 Il  proprietario,  il  cavaliere  del  lavoro  Lino  Pandolfo,  fondatore  e

              amministratore  unico,  era  noto  soprattutto  perché  cognato  del
              prestanome  dei  corleonesi  in  quella  zona.  Nella  sua  azienda  stavano
              fianco  a  fianco  uomini  normali  raccomandati  dai  politici  e  uomini

              d'onore raccomandati da Cosa Nostra.
                 Davanti  a  me  c'è  il  labirinto.  Così  ho  ribattezzato  Prezia  la  prima

              volta che sono arrivato qui. Una scarica di adrenalina mi schizza nelle
              vene. Ho le spalle contratte. La mano destra corre automaticamente a
              cercare  la  pistola  nella  fondina,  ma  sono  disarmato.  Mi  calmo.  Non

              sono in servizio.
                 Centinaia  e  centinaia  di  case  basse,  una  attaccata  all'altra.  Tutte

              uguali.  Tutte  non  finite.  Tirate  su  alla  sanfasò.  Senza  tetti.  Con  i
              parmarìzzi  bene  in  vista.  I  balconi  senza  ringhiere.  Le  antenne  come
              rami secchi che spuntano dal cemento. Le strade tutte uguali. Strette.

              Nessuna luce. Un labirinto uguale in ogni punto. Senza capo né coda.
              Una prigione perfetta per siciliani che si credono liberi.

                 Posteggio vicino la piazza, un budello lungo e stretto. Cammino per
              sgranchirmi le gambe. Sono solo.




                 È  così  che  ho  conosciuto  Bernardo  Scuderi,  detto  “Nardo

              Pomodoro”. Ero a Prezia da un paio di mesi, avevo finito il turno e,
              dato che la mattina avevo litigato con mia moglie, non ne volevo sapere
              di  tornare  a  casa.  Un  paio  d'ore  prima,  in  piena  campagna,  io  e  il
              collega Petruso avevamo fermato un tizio alla guida di una Panda.

                 Petruso  era  un  veterano  di  Prezia. Aveva  capito  subito  che  mi  ero

              messo a poliziottare sul serio. Petruso era uno sveglio. Divorziato, due
              figli, sempre in giro a divertirsi. Conosceva decine di locali lungo la
              costa. Ti rimediava prostitute a ogni ora del giorno e della notte. Di tutti
              quelli  che  bivaccavano  al  commissariato  era  l'unico  che  ci  capiva

              qualcosa.  Cominciammo  a  collaborare.  Condividevo  con  lui  qualche
              intuizione  e  in  cambio  mi  diede  un  paio  di  dritte  su  un  gruppo  di
              spacciatori.  Era  alto,  possente,  sembrava  un  modello,  pareva  che  la

              divisa l'avessero disegnata per lui. Gliela vidi addosso solo una volta,
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