Page 294 - Sbirritudine
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lì. Pensai che ero arrivato in fondo alla mia strada solo per scoprire che
              era un vicolo cieco. Me la stavano facendo pagare, per Bellingeri e per

              tutto il resto. Come facevano a sapere dove intercettarmi? Avevo detto
              al  piantone  che  sarei  andato  a  trovare  Spada,  che  sapevo  dove  si
              immergeva.  Era  stato  lui  l'infame?  No,  ma  forse  l'aveva  riferito  a
              qualcuno.  Senza  capire  che,  così  facendo,  mi  avrebbe  venduto.

              Bastardi.  Ma  ne  avrei  ammazzato  almeno  uno,  prima  di  morire.  Di
              questo ero sicuro.

                 Il  mare  respirava  sotto  di  me  e,  lentamente,  sincronizzai  il  mio
              respiro al suo. Non so quanto tempo passò, non riuscivo a vedere il sole
              da  lì.  Ma  la  marea  iniziava  a  crescere.  Mi  staccai  dallo  scoglio,  mi

              voltai e vidi che il punto in cui avevo appoggiato la schiena era tutto
              sporco  di  sangue.  Muovendomi  lentamente,  mi  sporsi  in  avanti  e
              guardai  in  alto.  Non  vedevo  nessuno.  Tornai  indietro  da  dove  ero

              venuto, lungo le rocce; niente. Risalii in cima e vidi la mia auto con lo
              sportello ancora aperto. Dei killer nessuna traccia. Salii a bordo e riuscii
              a ritornare sulla strada tenendo la pistola poggiata sulle gambe, pronto a
              sparare a chiunque.

                 Guidai fino al porticciolo da cui Spada partiva per le sue immersioni.

              Ero sicuro che si sarebbe messo a ridere e mi avrebbe detto che mi ero
              inventato tutto, per prendermi in giro. Ora che la sua ragazza lo avrebbe
              raggiunto, magari sarebbe diventata amica di mia moglie, pensavo.

                 All'ingresso del porticciolo c'erano numerose volanti. E un sacco di
              gente.  Cos'era  successo?  Mi  feci  largo  tra  la  folla  che  si  accalcava

              davanti alla banchina. E poi lo vidi. Nella sua tuta da sub. Disteso sul
              molo: era Spada.  Dei poliziotti in divisa gli stavano attorno, e anche
              numerosi  carabinieri.  Chi  erano?  Da  dove  venivano?  Non  conoscevo
              nessuno  di  loro.  Corsi  verso  il  corpo  esanime.  Qualcuno  provò  ad

              afferrarmi,  ma  gli  mollai  un  pugno  in  petto  e  mi  liberai  della  presa.
              Raggiunsi  Spada  e  mi  chinai  su  di  lui:  non  respirava.  Era  morto.
              Accanto  aveva  la  bombola  con  il  manometro  che  fuoriusciva.  Gli

              avevano tolto le pinne e la maschera.
                 «Non  sai  che  mi  è  successo»  gli  sussurrai.  «Non  sai  che  mi  è

              successo…» Non doveva finire così. Lo stringevo a me. Non tu. Tu che
              c'entravi? Tu non dovevi pagare, non toccava a te. Diverse braccia mi
              sollevarono, non riuscivo a scrollarmeli di dosso.

                 «Lasciatemi!»  gridai  con  tutta  la  forza  che  mi  era  rimasta,  e  mi
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