Page 284 - Sbirritudine
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camion  e  la  scorta  fino  alla  diramazione  per  Catania,  e  avrebbe
              proseguito verso Messina: sulla corsia d'emergenza dell'autostrada per

              Catania,  invece,  Cripto  era  pronto  a  rilevare  l'obiettivo.  Quando  il
              camion  e  l'auto  di  scorta  sarebbero  arrivati  a  Enna,  Cripto  avrebbe
              proseguito per Catania e a quel punto sarebbe intervenuto Casco. Avevo
              faticato per convincerlo a darci una mano, ma per una volta la settanta

              ci  appattava:  dopo  il  trasferimento  era  finito  a  Enna,  e  lì  aveva
              conosciuto un paio di colleghi di cui si fidava. Avrebbe raccontato che
              aveva  avuto  la  soffiata  del  carico  di  armi  da  una  sua  fonte

              confidenziale, così avremmo bloccato il rifornimento del boss. La sua
              guerra a Enna non ci sarebbe stata, avremmo preso due dei suoi uomini
              e i due camionisti.

                 Piscitello  adesso  stava  correndo,  ma  quando  entrò  nella  galleria
              all'altezza  di  Bonifacio  le  luci  della  sua  auto  sparirono. Accelerai  ed

              entrai  a  mia  volta  in  galleria.  Fu  come  precipitare  dentro  un  pozzo
              senza fondo, il buio era assoluto e non c'era illuminazione. Sapevo che
              ci  sarebbe  stata  una  curva  a  sinistra,  per  cui  cercai  di  piazzarmi  al
              centro  della  carreggiata.  Solo  all'ultimo  istante  mi  accorsi  si  essere

              vicino al bordo: mi stavo schiantando! Decelerai, raddrizzai il volante,
              vidi la fine del tunnel. Uscii nella notte e la luce della luna mi sembrò
              come il sole a mezzogiorno: vedevo tutto, distintamente.

                 Ma non c'era traccia di Piscitello. Accelerai, finché oltre una curva
              vidi  dei  fari.  Era  lui?  Puntai  il  binocolo:  era  lui.  Tirai  un  sospiro  e

              rallentai di nuovo. Mi bruciavano gli occhi, ero contratto, le spalle mi
              facevano male, sudavo freddo. Eravamo arrivati a Prezia, ma Piscitello
              superò  l'uscita.  Non  andava  a  casa:  come  avrebbe  potuto?  Era

              ufficialmente  un  latitante.  Come  me,  pensai.  All'uscita  per  Camico
              svoltò.  Stava  raggiungendo  il  suo  rifugio  segreto?  Svoltai  anch'io,  lo
              vedevo. Non stava andando verso il paese,  ma verso il  monte Fasso:

              una delle due zone dove avevo individuato la presenza del cellulare di
              Bellingeri. Il boss non si era spostato, aveva solo spento il cellulare.

                 All'improvviso  il  dolore  sparì.  Gli  occhi  smisero  di  bruciarmi:
              Piscitello mi stava portando dal suo boss. Tagliò a sinistra e si immise
              sulla statale. Bene. Sapevo dov'era diretto, quell'enorme quadrato in cui

              avevano  rilevato  il  telefonino  lo  avevo  stampato  in  testa.  Potevo
              mollare la presa. Vidi in lontananza i fari della sua auto che entravano
              in  una  stradina  in  mezzo  a  dei  terreni  recintati.  Perfetto,  pensai.

              Raggiunsi  la  stradina  e  vidi  la  sua  auto  che  si  inerpicava  lungo  una
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