Page 282 - Sbirritudine
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sembrava che non ci fosse nessuno. Poi vidi la brace di una sigaretta e
              tre uomini uscirono dall'ombra: uno era Piscitello. La Grua non aveva

              detto una minchiata.
                 Erano le undici e mezza. Rimasi appeso al frangiflutti, immobile. Il

              mare  era  calmo,  c'era  un  vento  leggero.  Sentii  il  rombo  cupo  di  un
              motore  e  mi  voltai  verso  Cardillo:  dalla  strada  asfaltata  arrivava  un
              mezzo pesante. Fece tutta la curva scendendo verso il porto, superò i

              primi tre moli e si fermò davanti all'ultimo; poi fece manovra per girarsi
              e lo percorse in retromarcia. Mentre svoltava vidi la targa e la inviai
              subito via SMS a Spada e a Cripto. Il camion scivolò verso la fine del
              molo  e  ne  scesero  due  uomini.  I  due  che  erano  con  Piscitello  li

              aiutarono ad aprire il portellone e abbassare la pedana di carico.

                 Mezzanotte. Puntai il binocolo verso il mare. Vedevo brillare le luci
              di entrata del porto; oltre, il buio. Poi spuntò un bagliore sull'acqua: era
              un piccolo peschereccio, una lampara. Non vedevo gli uomini a bordo,
              ma  quando  la  barca  raggiunse  il  molo  e  accostò  inquadrai  Piscitello,

              che stava fumando un'altra sigaretta. I suoi uomini si avvicinarono al
              bordo del molo mentre i pescatori sulla barca, dopo aver fissato le cime,
              passavano  delle  casse  ai  due  camionisti.  Bene.  Mi  bastava.  Tornai

              indietro, scivolando lungo i frangiflutti e poi sugli scogli. Riguadagnai
              la  mia  postazione:  le  canne  erano  ancora  lì.  Risalii  lungo  la  strada  e
              camminai  molto  lentamente  in  direzione  della  macchina,  cercando  di
              restare dal lato più buio. Il carico doveva essere stato completato. Salii

              in auto e poco dopo sentii il camion. Eccoli.

                 Aspettai che il mezzo percorresse un po' di strada e si avvicinasse a
              me,  così  il  suo  rombo  avrebbe  coperto  quello  del  mio  motore.  Al
              momento giusto avviai la macchina e, a fari spenti, risalii verso il paese
              lungo la strada sterrata. Seguivo il rumore del motore del camion per

              orientarmi,  e  quando  arrivai  al  paese  me  li  vidi  passare davanti a un
              incrocio:  il  camion  e  due  auto.  Superai  l'incrocio  e  svoltai  a  sinistra
              sulla  parallela,  nella  loro  direzione.  Girai  ancora  a  sinistra  e  poi  a

              destra: ora ce li avevo davanti, molto lontani. Avevo sempre i fari spenti
              e  guidavo  lentissimo. Alla  fine  del  paese  il  camion  tirò  dritto,  verso
              l'autostrada, e una delle due auto lo seguì. Puntai il binocolo e vidi che

              sopra c'erano due uomini. Sull'altra auto, invece, c'era solo il guidatore.
              Che gettò un mozzicone fuori dal finestrino: era Piscitello, da quando
              era al molo aveva fumato almeno dieci sigarette. Svoltò a sinistra, verso

              la statale.
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