Page 277 - Sbirritudine
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Alle  nove  vidi  Tortorici  che  usciva  di  casa,  a  piedi.  Lo  seguii  nel
              labirinto  di  strade  intorno  alla  piazza  e  quando  lui,  attraversandola,

              arrivò al centro, gli corsi incontro.
                 «Tortorici» gridai, «fermati!»

                 Lui si voltò e sbiancò. Tutti in piazza si girarono a guardarci.

                 «Che minchia fai?» disse a bassa voce, quando gli arrivai vicino.

                 «Ti ho arrestato io, è normale che ti vedo fuori e m'incazzo» risposi.

                 Lui si guardò intorno. «Stiamo rischiando grosso tutti e due.»
                 «Perché sei andato a chiedere il pizzo a Pandolfo?»

                 Lui  mi  fissò.  «Ascolta,  devi  capire  che  questi  sono  affari.  Capito?
              Sono affari.»

                 «Certo» risposi, «sono affari miei. Dimmi che è successo!» urlai.

                 Lui  si  guardò  di nuovo  intorno.  «La  mafia  fa  affari  e  continuerà  a
              farli,  è  nel  mercato.  Impone  prezzi,  interagisce  con  le  istituzioni,  ha

              liquidità. Credi che si possano ignorare i soldi della mafia? Io ci so fare
              con i soldi. Ti assicuro che sono gli imprenditori a venire da noi, non
              noi  da  loro.  La  mafia  è  una  holding,  la  mafia  è  un'impresa.  Non
              guardare gli omicidi. Non guardare gli uomini d'onore che stanno al bar

              e chiedono il pizzo per pochi spiccioli, o che spacciano qualche etto di
              coca.  Guarda  in  alto.  Guardati  intorno,  alza  la  testa.  Armi,  casinò,
              rifiuti, energia, minerali, azioni. La mafia è anche tutto questo. Capisci

              perché ho dovuto farlo? Perché io sono un uomo d'affari, e qui si parla
              di affari.»

                 «Bene.  Dopo  tutte  queste  minchiate,  dimmi  perché  sei  andato  a
              chiedere il pizzo a Pandolfo. Che minchia c'entri tu con lui?»

                 Tortorici rise. «Pandolfo è un imprenditore, proprio come me.»

                 «Vaffanculo!» urlai. «Queste stronzate ditevele fra di voi.»

                 «Ma non capisci davvero? Pandolfo ha visto un affare: a Prezia serve
              lavoro  e  i  soldi  ci  sono,  la  Comunità  europea  ne  ha  a  tonnellate.
              Bastano un progetto e un imprenditore.»

                 «E tu che c'entri?»

                 «Io  servivo  a  ripulire  Pandolfo.  Con  la  denuncia  della  richiesta  di
              pizzo lui diventa un imprenditore vergine, perché si è dimostrato onesto
              e ha lottato contro la mafia. Lo Stato ha visto tutto: ci sono i filmati che

              testimoniano il mio tentativo di estorsione. Così lui viene protetto dallo
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