Page 275 - Sbirritudine
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significa che ci hanno preso per il culo. Ci hanno tenuti buoni perché li
lasciassimo fare quello che dovevano fare.»
«Vuoi dire che anche Tortorici fa parte di questa trattativa?»
«È quello che voglio scoprire.»
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Una volta ero con mia moglie sul traghetto per Favignana e accanto a
noi c'era una comitiva di milanesi. Scherzavano, ridevano. Dicevano
che la Sicilia era bella, bellissima, ma i siciliani erano stupidi: milioni
di cittadini che si facevano fregare da pochi mafiosi. Non riuscii a
trattenermi: mi avvicinai e suggerii che, se i siciliani erano stupidi, i
milanesi lo erano ancora di più, perché si facevano fottere dai terroni.
Uno di loro si incazzò e mi rispose che la mafia al Nord non esisteva.
Mi disse che si era letto dei libri sull'argomento, e non credeva alle
teorie assurde secondo cui poche migliaia di uomini d'onore potevano
tenere in scacco una nazione. La mafia era un problema dei siciliani.
Eravamo in mezzo al mare; gli indicai Marsala, dietro di noi. E replicai
che, visto che gli piaceva leggere, doveva sapere che l'Italia era nata in
Sicilia e che il nostro Paese era stato fondato da soli mille uomini,
proprio a partire da lì, da Marsala. Quindi, per controllarlo tutto,
cinquemila mafiosi bastavano e avanzavano. Il milanese e i suoi amici
non ridevano più.
Quella notte andai a cercare Tortorici a casa sua. Le luci erano spente,
così mi attaccai al citofono.
«Chi è?» Era lui.
«Scendi!» urlai.
«Chi sei?»
«Lo sai chi sono.»
Silenzio.
«Vattene, è meglio.»
«No» risposi, «è meglio se scendi.»
Riagganciò. Suonai di nuovo. Niente. Scavalcai il muro di cinta e