Page 273 - Sbirritudine
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stabilito  chi  ci  guadagnava  e  quanto.  O  forse  gli  accordi  per  la  sua
              cattura erano già stati presi e le mie indagini rischiavano di incasinare

              tutto. Forse il boss doveva sistemare i suoi affari, cioè sterminare tutti i
              suoi  nemici,  prima  di  farsi  catturare.  Magari  si  sarebbe  consegnato  e
              avrebbe detto che non era stato lui a fare la mattanza, che anzi, lui si
              consegnava per salvarsi. Forse era così. Ma, in ogni caso, ormai avevo

              preso la mia decisione: io avrei beccato Bellingeri. E avrei mandato a
              quel paese tutti i loro piani, accordi segreti, bugie e stronzate varie. Io
              avrei preso Bellingeri e li avrei fottuti tutti.

                 La sera chiesi le ferie al dirigente. Prima gli feci i complimenti per la
              cattura, ma non mi mostrai troppo convinto. Mistretta mi domandò il

              motivo  delle  ferie  e  gli  dissi  che  avevo  intenzione  di  chiedere  il
              trasferimento al Nord: mia moglie non ce la faceva più con quella vita,
              e neanche io. Lui fece finta di pensarci, ma era evidente che lo sapeva

              già, i suoi uomini dovevano avergli detto della mia telefonata ad Anna.
              E poi capivo anche che non gliene fotteva niente: era venuto a Prezia e
              in poco tempo aveva catturato un latitante di primissimo piano, la sua
              carriera  era  lanciata.  Così  come  avevano  voluto  quelli  sopra  di  lui,

              prima  di  tutti  il  questore,  che  mi  aveva  parlato  di  rinnovamento  a
              Prezia. Eccolo, il rinnovamento. Il rinnovamento di un patto tra mafia e
              Stato che io avevo messo in pericolo.

                 Sorrideva, Mistretta. Aveva preso il boss e mi aveva fatto fuori. Nello
              stesso  giorno  in  cui  aveva  messo  a  segno  l'arresto  del  secolo  aveva

              raggiunto  anche  il  secondo  obiettivo  per  cui  era  stato  chiamato.  In
              effetti  lo  immaginavo,  avevo  approfittato  apposta  di  quel  giorno.
              Sapevo che Mistretta sarebbe stato preso dal suo orgoglio presuntuoso e

              non si sarebbe fatto molte domande sulla mia richiesta di ferie. E avevo
              ragione: mi congedò accordandomele subito. Meritavo un po' di riposo,
              disse. «In fondo» aggiunse mentre uscivo, «un po' del merito di questa

              cattura va anche a te.»
                 «Grazie» risposi. Fottiti, pensavo.

                 Quella  sera  mi  incontrai  con  Spada  alla  spiaggia.  Che  i  titolari  ci
              vedessero non era un problema. Era normale, dato che avevo chiesto di

              andarmene. Avrebbero pensato a un saluto tra colleghi. Quando arrivò,
              Cripto aveva una faccia strana. Avevamo poco tempo per organizzarci
              per la storia di Piscitello, e forse quello sarebbe stato il nostro ultimo

              incontro  di  persona.  Mancavano  sei  giorni,  da  quel  momento  in  poi
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