Page 264 - Sbirritudine
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avevamo imparato a nostre spese quando intercettavamo un tizio che
              soffriva  di  claustrofobia  e  teneva  sempre  tutti  i  finestrini  spalancati,

              pure  d'inverno.  Spada  mi  disse  che  aveva  in  coda  i  titolari,  come  da
              programma.  Aveva  seguito  la  Patania  e  Mistretta  fino  all'imbocco
              dell'autostrada, direzione Trapani, e ora tornava verso Prezia tirandosi
              dietro i colleghi e sgombrandomi il campo. Poi mi chiamò Cripto, che

              stava portando i suoi inseguitori verso Cardillo, sulla provinciale.

                 Imboccai  la  statale  e  raggiunsi  l'autostrada.  Dietro  di  me  non  c'era
              nessuno: avevamo eluso la sorveglianza. Entrai in autostrada e mi misi
              a  correre.  Dopo  qualche  chilometro  vidi  l'auto  della  Patania.  Rimasi
              indietro:  i  colleghi  che  ci  sorvegliavano  potevano  avere  avvertito

              Mistretta che Spada e Cripto avevano provato a inseguirlo, ma avevano
              desistito.  Di  me  sapevano  solo  che  mi  ero  allontanato  a  piedi.  Si
              sarebbero  messi  a  cercarmi,  poi  forse  avrebbero  capito  che  era  stata

              tutta una messinscena, ma sarebbe stato troppo tardi.
                 In ogni caso, pur tenendomi a distanza dall'auto della Patania, non li

              perdevo di vista. Superammo le uscite per Sclafani, Giambrone e Silla.
              Non ci sarebbero stati altri svincoli per una decina di chilometri, per cui
              decisi di piazzarmi dietro un camion. Ogni tanto accennavo un sorpasso

              per  vedere  l'auto  della  Patania:  lei  e  Mistretta  erano  ancora  lì  e
              viaggiavano  entro  il  limite  di  velocità.  Non  avevano  fretta,  o  forse
              avevano calcolato il tempo necessario e volevano evitare inghippi.

                 Quando imboccarono l'uscita per Sciabica, rallentai e uscii anch'io.
              Percorsi  la  lunga  curva  della  bretella  e  mi  ritrovai  sulla  provinciale.

              Eccoli.  Continuavo  a  seguirli,  ma  se  fossero  entrati  in  paese  sarebbe
              stato impossibile non essere notato. Ma avrebbero rischiato tanto? Le
              loro facce potevano essere riconosciute. Dietro di me vidi un pullman.
              Mi fermai e lo feci passare per mettermi di nuovo al coperto, anche se

              sapevo che adesso loro avrebbero potuto girare e io non li avrei visti.

                 A ogni incrocio guardavo a destra e a sinistra per vedere se avevano
              svoltato. Niente. Altri cinque chilometri. Poi il pullman mise la freccia
              per svoltare a sinistra. In quel momento, l'auto della Patania si infilò a
              destra  in  una  strada  sterrata.  Li  superai,  mi  fermai  poco  più  avanti e

              scesi dall'auto. La Patania e Mistretta viaggiavano attraverso dei campi
              di grano. Intorno non c'era niente. Poi scorsi una cascina, in fondo, al
              centro  dell'appezzamento  di  terreno.  Tornai  in  macchina  e  guidai

              costeggiando il bordo del campo di grano a un chilometro circa da loro.
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