Page 263 - Sbirritudine
P. 263

auto  passare  davanti  al  commissariato.  Erano  almeno  tre.  Strano.
              Perché  passare  di  lì?  Non  c'era  niente  in  quella  strada,  oltre  al

              commissariato. E allora pensai che forse gli uomini della Patania erano
              a Prezia, ma noi ancora non li avevamo visti: forse, mentre i titolari al
              servizio di Mistretta spiavano noi e noi spiavamo la Patania, gli uomini
              della  Patania  sorvegliavano  tutti.  Eravamo  accerchiati?  O  era  una

              suggestione?

                 Ero stanco. Era possibile che per tenere d'occhio tre sbirri ne usassero
              venticinque, otto volte di più? No. Se la Patania era tornata non era per
              controllare me, Spada e Cripto. E la sua squadra non c'entrava: quindici
              poliziotti in più a Prezia non sarebbero passati inosservati. La Patania

              era lì a Prezia per un motivo, e il fatto che stesse a casa significava solo
              che aspettava un segnale.

                 L'indomani, quando la vidi arrivare in tutta fretta in commissariato,
              capii  che  avevo  ragione:  l'attesa  era  finita.  La  Patania  si  rintanò
              nell'ufficio di Mistretta e rimasero lì per due ore. Con il cellulare sicuro

              avvertii Spada e Cripto via SMS. “C'è movimento” scrissi. Arrivarono
              appena  in  tempo,  poco  prima  che  la  Patania  e  Mistretta  uscissero
              dall'ufficio quasi correndo.

                 Era  strano  vederla  così  eccitata:  neanche  quando  era  incinta  aveva
              avuto quella faccia. Mistretta, poi, pareva un bambino che andava alle

              giostre.  Li  seguii  con  lo  sguardo  fino  al  parcheggio,  dove  salirono
              insieme  sulla  macchina  della  Patania.  Perfetto.  Stavano  andando  da
              qualche parte in veste non ufficiale, loro due da soli, senza scorte.

                 Andai  fuori  anch'io,  e  subito  tre  colleghi  mi  vennero  dietro.  Ma
              invece di salire sulla mia auto uscii dal parcheggio e proseguii a piedi. I

              tre colleghi mi tenevano d'occhio non sapendo che fare. In quello stesso
              istante,  Cripto  e  Spada  corsero  alle  loro  auto  e  partirono  a  razzo,
              sgommando. In un attimo i tre colleghi che mi seguivano salirono su

              altre due macchine e gli andarono dietro. Io, intanto, avevo raggiunto
              l'auto del cugino di Cripto, posteggiata poco lontano. Salii a bordo e mi
              guardai  intorno:  credendomi  appiedato  non  mi  avevano  seguito,  ero
              solo.

                 Partii con calma e andai in direzione sud, da lì potevo imboccare sia

              la statale che l'autostrada. Spada mi chiamò al cellulare. Doveva urlare
              perché,  per  sabotare  le  cimici  della  macchina,  aveva  aperto  tutti  i
              finestrini.  Il  fruscio  del  vento  le  rendeva  inutili,  era  una  cosa  che
   258   259   260   261   262   263   264   265   266   267   268