Page 251 - Sbirritudine
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Si alzò in piedi. Il colloquio era finito. Mi venne vicino, mi abbracciò
              e  mi  baciò.  Una  volta.  Che  stava  facendo?  Poi  il  secondo  bacio:

              «Antonio La Grua ad Agrigento» mi sussurrò. Poi mi guardò, sorrise e
              se ne andò.

                 Ero di nuovo in gioco, e stavolta non avrei sbagliato. Corsi da Spada,
              a Prezia, e gli dissi che dovevamo tornare al lavoro. Cripto si era messo
              in  malattia.  Sapevo  che  era  il  modo  per  uscirsene  con  calma:  prima

              malattia, poi richiesta di trasferimento, si faceva così.
                 Io e Spada recuperammo molte informazioni sul conto di Antonio La

              Grua. Era un sistemista di quelli grossi: si occupava di trovare il modo
              di occultare la droga, principalmente cocaina, nei posti più assurdi, per
              poi organizzarne il trasporto in ogni parte del mondo. I sistemisti erano

              tra  le  figure  più  pagate  dalle  organizzazioni  criminali.  Erano  dei
              tuttologi,  esperti  di  finanza,  di  navigazione,  di  rotte  commerciali,  di
              ogni  tipo  di  prodotti  alimentari  e  non.  E  poi  conoscevano  almeno
              cinque  o  sei  lingue,  più  altre  masticate  alla  meno  peggio.  Erano  gli

              esperti  di  logistica  della  droga,  l'equivalente  di  un  grande  corriere
              espresso. Quando un clan comprava cocaina in Colombia, si rivolgeva a
              una specie di borsa nera internazionale. I grandi broker che lavoravano

              per  le  famiglie  acquistavano  virtualmente  un  certo  quantitativo.  Era
              tutto  basato  sulla  fiducia,  niente  soldi  o  garanzie.  Quelli  venivano  a
              cose fatte, anche dopo mesi. Ma se sgarravi eri morto, all'istante. Dopo
              che l'ordine arrivava in Colombia, si preparava la merce e la si faceva

              transitare  dai  campi  di  raccolta  ai  punti  di  raffinazione  e  poi  fino  ai
              confini del Paese o verso i porti sul mare. A questo punto entravano in
              gioco  i  sistemisti.  Il  clan  li  chiamava  e  dava  loro  alcune  semplici

              informazioni:  tipologia  di  merce;  qualità  del  prodotto  ovvero  bassa,
              media o alta; quantitativo del carico; luogo di origine; tempi di arrivo al
              punto  di  partenza;  luogo  di  destinazione;  data  e  luogo  di  consegna

              desiderati. Il sistemista sapeva cosa, dove, quando. Quello che mancava
              era  il  come,  e  questo  era  il  suo  lavoro.  Se  si  partiva  da  un  porto,  si
              potevano sfruttare i container. Quale tipo? Da venti o da quaranta piedi?

              E  che  navi  partivano  da  lì,  e  dov'erano  dirette?  Che  merce  veniva
              imbarcata di solito in quella zona? Se da lì partiva argento diretto in
              Spagna  e  il  carico  doveva  arrivare  a  Gioia  Tauro,  forse  si  poteva
              sfruttare  il  passaggio:  la  cocaina  si  poteva  nascondere  nei  lingotti.

              Come? Dentro un involucro di un altro minerale che fungeva da scatola
              protettiva? Ma quanto pesava un lingotto d'argento? Quanta droga ci si
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