Page 239 - Sbirritudine
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chiusero nel suo ufficio e non ne uscirono che dopo molte ore. Eravamo
              stati tagliati fuori.

                 L'indomani  venne  trovato  nella  sua  villa  il  cadavere  di  Baldo
              Colonna.  I  suoi  cani  erano  stati  fatti  a  pezzi.  Bellingeri  stava

              ammazzando tutti, la sua furia omicida non si sarebbe fermata: voleva
              sangue. Quando io e Spada andammo a casa di Colonna la trovammo
              sottosopra.  Qualcuno  aveva  frugato  dappertutto.  Se  Colonna  teneva

              ancora lì custodita da qualche parte la foto della Patania che brindava
              con i pezzi da novanta di Cosa Nostra, l'avevano trovata di sicuro. Non
              l'avevano torturato, sapevano che con Baldo non sarebbe servito. Ma
              l'avevano legato mani e piedi al recinto in cui teneva i suoi cani e glieli

              avevano ammazzati davanti. Prima uno e poi l'altro. Me l'immaginavo
              così, Colonna che guardava i suoi adorati cani morire e poi puntava sui
              suoi  carnefici  gli  occhi  carichi  di  disprezzo.  Perché  quelli  non  erano

              abbastanza  uomini  per  affrontare  uno  come  lui.  Colonna  non  aveva
              paura,  per  questo  lo  avevano  finito  con  un  colpo  in  faccia:  per
              cancellare per sempre quel suo sguardo di ferro.

                 Tornati al commissariato, Cripto ci disse che i colleghi e il dirigente
              erano  in  riunione  a  porte  chiuse.  Ci  avevano  canziàto.  Eravamo  stati

              sollevati da qualunque incarico e non sapevamo più niente di quello che
              succedeva. Pensai che era davvero arrivato il momento di mollare tutto:
              mia moglie aspettava una risposta, e forse era quella che avevo sotto gli
              occhi.

                 Dopo un paio di giorni il dirigente chiamò me, Cripto e Spada. Era la

              prima volta, da quando era arrivato. Ci  disse che  lui  e i suoi uomini
              stavano  organizzando  diverse  grosse  operazioni  e  avevano  molto
              lavoro.  Disse  così:  «Io  e  i  miei  uomini».  Noi  non  lo  eravamo,
              evidentemente. Ci spiegò che era arrivata una denuncia per una storia di

              pizzo, o almeno così sembrava, ma che la faccenda non era chiara per
              niente.  Secondo  lui  non  c'erano  gli  estremi  di  reato,  ma  era  un  tipo
              scrupoloso, e ci chiedeva di occuparcene. Questo era tutto: lui e i suoi

              uomini  si  dilettavano  con  la  caccia  grossa,  mentre  noi  ragazzini,  se
              volevamo, potevamo giocare a nascondino. Ci raccomandò di indagare,
              ma senza fare troppo scrùscio, perché lui e la sua squadra non volevano

              camurrìe. Ero furioso, ma non esplosi perché vidi la faccia di Spada:
              era deluso. Lui che, come mi aveva rivelato il questore, aveva smosso
              mari e monti per tornare a Prezia. Lui che credeva in quello che faceva

              con tutto se stesso. Si era ritrovato in un vicolo cieco, stava sbattendo la
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