Page 190 - Sbirritudine
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che però non contava niente. E ora avevano pure ammazzato suo padre.

                 Mi  guardava,  Colonna.  Si  stava  chiedendo  perché  mi  aveva
              raccontato quelle cose. Era cresciuto senza sentimenti e si comportava
              come  se  non  ne  avesse,  ma  la  perdita  di  suo  padre  gli  aveva  rotto

              qualcosa  dentro.  E  io  a  quello  mi  ero  appigliato,  a  quel  dolore
              inconfessabile per uno come lui. Gli feci un cenno con la testa, salii in
              macchina e me ne andai. Pino Tortorici aveva fotocopiato il rapporto

              sulla  mafia  venduto  da  Rizzitelli  e  Patalèo.  Ma  perché?  Suo  zio  lo
              avrebbe aggiornato di sicuro. Non si fidava di lui? O si stava muovendo
              autonomamente? E perché ora? Che c'entrava lui con la morte del padre
              di Colonna? Baldo non aveva nemmeno considerato che poteva essere

              stato Pino Tortorici ad ammazzare suo padre, a cercare di squagliare un
              altro tizio nell'acido e a far fuori Faragi. Ma Colonna non ci sapeva fare
              con  la  psicologia  delle  persone,  si  fidava  e  basta.  Stava  con  i  cani

              perché  anche  lui,  in  fondo,  era  un  cane.  Un  cane  senza  padrone,
              abbandonato senza motivo, che aveva deciso di lasciarsi morire.

                 Dovevo  parlare  con  Pino  Tortorici,  mi  serviva  un  motivo  per
              incontrarlo. Lungo l'autostrada per tornare a Bonifacio notai un'auto che
              mi seguiva. Mi hanno visto da Colonna, pensai. E ora vogliono saldare i

              conti  per  tutto.  Accelerai.  Lo  fece  anche  l'altra  macchina.  Sullo
              specchietto  retrovisore  la  vidi  diventare  sempre  più  grande.  Mi
              lampeggiò,  una,  due,  tre  volte.  L'uscita  successiva  era  dopo  dieci
              chilometri.  Mi  prenderanno  prima,  mi  dissi.  Squillò  il  cellulare.  Sul

              display  vidi  il  nome  di  Spada  e  risposi  in  fretta:  «Spada,  aiuto!  Mi
              stanno inseguendo, sono sulla A19 direzione Trapani, al chilometro…».

                 Sentii una risata fragorosa. La sua risata. «Sono io! Sono io dietro di
              te.»

                 Vaffanculo. Mi ero scantàto sul serio. Imboccai l'uscita e tornammo
              indietro, verso Prezia. Solita spiaggia. Ci abbracciammo.

                 «Che minchia ci fai qui?» gli chiesi.

                 «Ti restituisco la visita della volta scorsa.»

                 «Hai guidato fino a qui da Roma?»
                 «E che fa? Ho una notizia importante e te la volevo dare io.»

                 Lo  aggiornai  sui  tabulati  del  cellulare  di  Bellingeri  e  sulle

              informazioni che mi aveva dato Colonna a proposito di Tortorici.
                 «Stai attento» mi raccomandò soltanto.
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