Page 186 - Sbirritudine
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la diede al volo. Forse ero scantàto senza motivo. Ero diventato troppo
paranoico, non mi fidavo di nessuno e facevo male.
In commissariato usai la stessa minchiata per convincere Cripto e gli
altri che stavamo indagando sull'omicidio di Faragi. Anche loro si
misero subito al lavoro, senza né a né ba. Iniziammo a spulciare i
tabulati. E quello che scoprimmo ci impressionò. La SIM nel cellulare
che mi aveva dato Colonna era intestata a un certo Ludovico Ricci di
Cremona. Controllammo il nome: niente, incensurato. Lavori saltuari
nell'edilizia, viveva in affitto. Divorziato, niente figli. Chiamammo i
colleghi al Nord. Anche a loro di Ricci non risultava nulla, nessuna
indagine a suo carico. Ma il bello venne dopo: tutte le chiamate in
uscita del telefonino in mio possesso erano indirizzate a cellulari sparsi
per mezza Sicilia, qualcuno a Roma e a Milano. E le SIM di questi
cellulari erano tutte intestate a Ludovico Ricci. Tutte. Non solo: anche
le SIM da cui provenivano le chiamate in entrata erano intestate a
Ricci: quasi trenta schede, tutte a suo nome. Alcuni cellulari avevano
viaggiato parecchio, spostandosi su è giù: le chiamate in entrata erano
state effettuate da tutta l'Italia. Torino, Genova, Parma, Reggio. Le SIM,
invece, erano state tutte attivate in un negozio di telefonia di Trento, ma
il proprietario non ne sapeva niente. Le firme sui contratti erano
contraffatte, scoprimmo, dopo averle confrontate con quella di
Ludovico Ricci inviataci via fax dai colleghi. E anche le firme degli
impiegati che avevano autenticato i contratti erano falsificate.
La cosa incredibile era che tutti questi telefoni non comunicavano tra
loro, ma solo con quello di Bellingeri in mano al padre di Colonna. Mai
nessun cellulare aveva effettuato o ricevuto altre chiamate che non
fossero per o da Bellingeri. E il traffico era limitato all'arco di un solo
mese; poi, come per magia, quei cellulari non erano stati più usati.
Spariti dalla faccia della terra. Come aveva detto Colonna, ogni mese la
rete cambiava pelle: tutti i numeri variavano, tutte le SIM e tutti i
cellulari venivano sostituiti. Avevamo una mappa che collegava
Bellingeri alla sua rete, ma era scaduta.
Cripto iniziò a sospettare qualcosa. Una sera mi chiese come mai uno
come Faragi, un uomo d'onore di piccolo calibro, avesse messo in piedi
un sistema così complicato per comunicare, con altre trenta persone,
per di più. Risposi che non ne avevo idea, e che forse Faragi faceva
parte di un giro più importante. Cripto era poco convinto, ma si fidava
di me.