Page 177 - Sbirritudine
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con un pugno, senza difendermi. L'occhio mi schizzò dritto nel cervello
come un proiettile, il sangue mi spruzzò a getto dal naso. Barcollai.
Vassallo aveva ammazzato un vitello con un solo pugno: non era una
minchiata. Mi sentivo la testa mezza staccata dal collo, ma ora avevo
un motivo: ora avevo il pretesto per sfogarmi. Ora sarei stato io ad
ammazzare il toro. Lo colpii con il pugno sinistro, partendo quasi da
terra, dove ero finito. Non se lo aspettava. Poi gli posai la mano destra
sulla faccia, con tutta la rabbia che avevo accumulato. Stonò. Un'altra
lampiàta con la mano sinistra e poi un pugno con la destra. Poi mi
buttai su di lui, finimmo a terra. La moglie urlava come una cornacchia
impazzita. Afferrai Vassallo per il collo con la mano sinistra. Strinsi.
Sentivo la sua carotide, mentre con la destra lo picchiavo sulla faccia
con la cadenza di un martello pneumatico. Bum, bum, bum, bum. Ero
sicuro di essermi rotto le dita. Vedevo rosso. Ma non erano i miei occhi
iniettati di sangue: era la sua faccia. Pareva un bicchiere di more.
A un certo punto mi sentii sollevare. Era Spada. Avevo quasi ucciso
Vassallo, rischiavamo che la passasse liscia e che i suoi avvocati
facessero finire me dentro.
Spada si chinò su di lui: «Se parli a qualcuno di questa cosa torniamo
da te e ricominciamo daccapo» gli sussurrò all'orecchio. «Tu sei caduto
dalle scale. Tua moglie lo può testimoniare.» Spada, quello preciso, il
poliziotto fatto di regole e codici, aveva minacciato un pregiudicato. E,
per fare giustizia, si era reso complice di un reato. In quel momento,
Spada era diventato un vero sbirro.
Quel giorno, oltre a Vassallo, toccò ad altre duecentoquarantanove
persone. Preti, suore, diaconi. Fu un'esplosione silenziosa, come i veri
scandali, quelli che contano. Niente sui giornali, niente in tv, solo
telefonate preoccupate tra clerici, politici e mafiosi. Telefonate su
telefonate, che generavano pressione su Prezia. La pressione scatenò un
terremoto. E poi un maremoto. E poi una tempesta. Tre
dell'investigativa vennero trasferiti all'istante. Su loro richiesta, era la
motivazione ufficiale, ma non era vero. Cinque dell'archivio chiesero di
andare via. E questo era vero: avevano paura. Abituati a sentire il vento,
avevano capito che la tormenta non sarebbe passata tanto presto. Spada
era quello più schiacciato di tutti: telefonate, incontri, visite, lettere.
Superiori, colleghi, amici, parenti. E preti, tanti, che invece di pregare
Dio pregavano lui di fermare tutto. Ma non c'era verso: ormai l'uragano
era stato scatenato. Loredana e Milena stavano avendo la loro vendetta.