Page 172 - Sbirritudine
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Quello era un sistema perfetto. Mafia e Chiesa: una teneva la Sicilia
per le palle e l'altra per lo spirito. Una sera sentimmo Vassallo discutere
con un monsignore della comunione del suo figlio più piccolo. Il prete
lo rassicurava: sarebbe stata una cerimonia in grande stile, ma Vassallo
gli chiese di somministrare la comunione solo a suo figlio. Non ci
dovevano essere altri bambini, quel giorno. Il prete gli disse che era
d'accordo: uno come lui, che aiutava i servi di Dio a sopravvivere nel
mondo, aveva il diritto che suo figlio avesse un giorno tutto per sé.
Ero solo, quella notte. Avevamo pochi uomini, in confronto a tutte le
utenze che tenevamo sotto controllo. Sbobinavamo a turno, dalla
mattina alla sera, senza fermarci mai. Dovevamo cercare di stare al
passo.
Mentre le indagini proseguivano, però, vedevo che i miei colleghi
diventavano sempre più nervosi. Questa storia dei preti li metteva a
disagio: provavano lo stesso prurito che aveva sentito il magistrato,
uguale a quello di Spada. La Chiesa gode di una specie di
extraterritorialità anche nelle indagini di Polizia. Una cosa è la mafia,
una cosa sono i politici. Un'altra i preti. Anche i miei compagni la
pensavano così, ma non me lo dicevano. Eravamo stati battezzati,
avevamo ricevuto la cresima, eravamo stati sposati da quella stessa
Chiesa che accoglieva e sposava tutti, mafiosi e non. Era come se la
squadra investigativa di Prezia fosse entrata al gran completo in una
cattedrale e ci avesse trovato, seduti, i mafiosi a cui dava la caccia. A
officiare la messa c'erano i preti che stavamo intercettando. Che fare?
Io lo sapevo: arrestare tutti. Vaffanculo. Dio è una cosa, i preti un'altra.
E anche le suore.
Ma gli altri non mi parlavano più, me ne accorsi nei giorni successivi.
Era come se i colleghi incolpassero me per la corruzione della Chiesa
siciliana, solo perché avevo osato indagare, “solo” perché una donna
era stata violentata e aveva accusato il suo titolare. Pensavano che
Loredana, in fondo, se la fosse andata a cercare, e che per un suo
virtìcchio ora stavamo per annientare il cattolicesimo in Sicilia. Anche
se non si trattava di una crociata, loro volevano salvarsi l'anima.
Una mattina, al bar, Spada provò a riprendere l'argomento. Mi disse
che si parlava di Dio, stavolta. Non capivo. Glielo rinfacciai: «Di che
parli? Questi rubano».
«Non è così semplice» insistette lui. «I preti rappresentano Dio. Noi