Page 166 - Sbirritudine
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Cripto non riuscì a trattenere una lacrima. Fu la prima e l'ultima volta
che lo vidi piangere. Loredana smise di singhiozzare e ci guardò.
Milena le porse dei fazzoletti di carta e lei si asciugò il viso. «Scusate»
mormorò.
«Tu non devi scusarti.» la esortai.
«Che cosa farete per noi?» chiese Milena.
«Parlerò con il mio dirigente e lo convincerò ad approfondire la cosa.
Ma avremo bisogno di prove a supporto. Non avete documenti, fatture
o altro?»
«Vi porteremo tutto quello che volete.»
«No, non possiamo» disse Loredana. «Se trafughiamo dei documenti
per noi sarà finita.»
«E se li fotocopiassimo?» propose Milena. «Portiamo via i documenti
il venerdì sera, così avremo tutto il fine settimana.»
«Ma se sono loro a chiudere il venerdì? E poi dove dovremmo farlo?
Se portassimo i documenti in una fotocopisteria rischieremmo
troppo…»
«Durante la settimana, invece, chi chiude la ditta?» chiesi.
«A volte, se abbiamo del lavoro da finire, ci facciamo lasciare le
chiavi e chiudiamo noi. Poi passiamo a casa di Malaspina e gliele
lasciamo» disse Milena.
«Ma non sempre» specificò Loredana. «Se è troppo tardi ce le
teniamo e gliele diamo l'indomani.»
«Allora una sera inventatevi una scusa per restare e fatevi dare le
chiavi. Prendete i documenti, uscite e poi venite da noi. Noi di notte
fotocopieremo tutto. La mattina presto vi riporteremo i documenti, così
li potrete rimettere a posto prima che Malaspina o Vassallo arrivino al
lavoro.»
Cripto mi guardò. Quelle erano otto ore di straordinario. Ma era il
minimo che potessimo fare.
«Non lo so…» fece Loredana.
«È pericoloso» ammisi. «Ma abbiamo bisogno di prove per fottere
quel bastardo e tutti quelli che se la fanno con lui.»
«Solo che non possiamo sapere quando ci riusciremo» disse Milena.
«Magari è dopodomani o il giorno dopo ancora…»