Page 162 - Sbirritudine
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spazio sul suo telo e invitò Cripto a sedersi con lei.
«Mi chiamo Loredana» disse la bionda.
«E io Milena» fece l'altra.
«Bene» dissi io, «vedo che avete portato l'ombrellone, usiamolo.»
Scavai un buco, ci piantai la parte puntuta, ci misi sopra l'ombrello e lo
aprii. Poi tornai a sedermi, ma sotto l'ombra stavolta.
«Scusate, ma stavo squaràndo dal caldo.» Loro scoppiarono a ridere.
«Allora» dissi, «se mi conoscete vuol dire che siete di Prezia. Perché ci
siamo visti qui?»
Loredana respirò profondamente.
«Prima digli quella cosa» intervenne Milena.
«Giusto. Ci promettete che non saremo citate nell'indagine come
collaboratrici e che ci garantite l'assoluto anonimato e l'incolumità
giuridica e fisica?»
«Di cosa stiamo parlando esattamente?» chiesi.
Loredana si fece seria. «Noi vogliamo queste assicurazioni» insisté
Milena.
«Vi prometto che tutto quello che ci direte resterà tra noi, intanto. Poi
vedremo se ci sono davvero gli estremi per un'indagine, e in quel caso
state sicure che sarete garantite.»
«Bene» disse Loredana. «Io e Milena siamo entrambe segretarie in
una ditta che rifornisce di arredi sacri chiese, curie, monasteri e prelati
in generale.»
«Ci occupiamo anche di abiti e di quasi tutti gli articoli religiosi
disponibili sul mercato» precisò Milena. «I nostri clienti sono parroci,
suore, arcipreti.»
«Ho capito» le rassicurai.
«Ecco, devi sapere che i contratti più corposi derivano dalla
ristrutturazione degli edifici di culto» continuò Loredana. «In realtà,
però… noi, cioè i nostri datori di lavoro, ricevono le ordinazioni dai
prelati al telefono, gonfiano un po' la lista e preparano una richiesta
ufficiale da inviare alla Regione Sicilia, che per legge ha l'obbligo di
concedere contributi alla Chiesa. Si fanno aiutare dai rappresentanti di
alcuni importanti enti di culto a preparare la documentazione e poi la
fanno arrivare a funzionari regionali compiacenti che autorizzano