Page 159 - Sbirritudine
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uno zoo di porcellana.
«Io e i miei colleghi lavoriamo come sempre» dissi. «Lei sa quanto ci
teniamo a fare bene il nostro lavoro. Se lei è il nostro dirigente come
dice, allora dovrebbe essere contenta e non invidiosa.»
«Come ti permetti?» gridò. «Io non ti ho mai ostacolato, ogni volta
che mi hai portato un caso ti ho sostenuto e se mi avessi parlato della
cooperativa ti avrei aiutato.»
Dalla stanza accanto si sentì una sedia che veniva trascinata.
«Senta, lei ha una gravidanza a rischio, no? E allora pensi a suo figlio
e non si preoccupi del commissariato. Fino a quando lei non torna, il
nostro dirigente è il dottor Spada. Io non sono tenuto a discutere con lei
di nulla.» Mi alzai e me ne andai.
La Patania mi aveva lanciato un avvertimento: in altre circostanze,
anche se era in maternità, avrebbe trovato il modo di prendersi il merito
dei nostri successi. E invece adesso voleva fermarci. Ma chi le aveva
chiesto di farlo? Quale dei suoi amici? In ogni caso, mi fu chiaro che
c'era una talpa in commissariato: come faceva a sapere della storia della
cooperativa? Non c'era ancora niente di ufficiale, Spada aspettava di
ottenere il via libera. Chi aveva parlato con la Patania della faccenda?
Se qualcuno faceva la spia, voleva dire che non era d'accordo con la
gestione Spada. Ma chi era? Decisi di non farne parola con nessuno, e
non ci dormii tutta la notte. La Patania non era stata neutralizzata, le sue
orecchie erano ancora dentro i nostri uffici.
I casi erano due: o la gola profonda era nella squadra investigativa o
stava in uno degli altri uffici del commissariato. Nel primo caso, uno
dei miei parlava direttamente con la Patania. E non c'era modo di
risolvere il problema. Nel secondo caso, qualcuno dei miei parlava con
un collega esterno alla squadra. Dato che noi dell'investigativa ci
eravamo giurati di non riferire a nessuno delle faccende delicate su cui
stavamo indagando, era possibile che la gola profonda non fosse
considerata davvero esterna al gruppo. Cioè che avesse fatto parte della
squadra e ora ne fosse fuori. Quindi c'erano solo due nomi possibili:
Arancina o Renzo. Arancina era stato con noi pochissimo, Renzo era
con me dall'inizio. Mi fidavo dei miei colleghi dell'investigativa, ma di
Renzo mi fidavo ancora di più: doveva essere Arancina.
L'indomani andai in commissariato sverso e nervoso. Quando arrivò
la telefonata di una ragazza che voleva parlare con me direttamente,