Page 149 - Sbirritudine
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lui. Manuele Spada. Il nuovo dirigente pro tempore del commissariato
              di  Prezia. Ventisei  anni,  romano  doc.  Fisico  asciutto,  da  atleta,  occhi

              sinceri. Vederlo arrivare fu uno shock: era più giovane di me, anche se
              di pochi anni. In assenza della Patania ci eravamo appropriati del suo
              ufficio perché era l'unico con l'aria condizionata, e ormai facevamo lì
              anche  le  riunioni.  Spada  ci  trovò  ad  aspettarlo  lì.  Entrò  con  una

              valigetta  in  una  mano  e  un  portatile  nell'altra.  Giacca  e  cravatta.
              Sembrava un manager americano finito a Prezia per sbaglio. Ci guardò
              uno per uno e, arrivato a me, scoppiò a ridere.

                 «Famo a capisse» disse, «ve state a ammutinà?»




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                 Mezz'ora  dopo  il  suo  arrivo,  Spada  ci  convocò  tutti  in  archivio.
              Voleva vederci in faccia.

                 Ci disse che lui era giovane e che aveva poca esperienza. Contava sul
              nostro  aiuto  per  cercare  di  far  funzionare  il  commissariato.  Ci  rivelò

              che, trascorsi i mesi di maternità della Patania, sarebbe rimasto da noi
              come vice.

                 Era molto professionale: sul suo portatile ci mostrò dei grafici con il
              nuovo  assetto  organizzativo  che  intendeva  dare  al  gruppo.  Ci  parlò
              delle  nuove  tecniche  investigative  che  avevano  sviluppato  negli  Stati

              Uniti. Era inquadrato, pieno di teoria. Cripto e Tacconi sorridevano, io
              no. A parte le minchiate teoriche, Spada mi sembrava uno che voleva
              provare  a  cambiare  le  cose,  come  me. Aveva  carisma,  si  vedeva  che

              sapeva come farsi rispettare dai suoi uomini.
                 Finito  il  discorso,  congedò  tutti  gli  altri  e  chiese  a  noi

              dell'investigativa  di  restare  con  lui  «per  un  aggiornamento  operativo
              propedeutico». Disse così. Che cazzo significava lo sapeva lui, ma fu la
              prima e l'ultima volta che usò quella frase.

                 Ora eravamo solo in sette, otto con Spada. Silenzio. Lui sorrise. Si
              tolse  la  giacca  e  si  arrotolò  le  maniche  della  camicia.  Si  allentò  la

              cravatta e si stravaccò sulla sedia.
                 «Regà»  disse,  «mo'  parlamo  de  cose  serie.»  Scoppiammo  a  ridere,
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