Page 14 - Sbirritudine
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Quasi mezzanotte. Neanche un filo di sonno. A quest'ora io e i miei
colleghi del commissariato di Prezia eravamo in piena attività.
I mafiosi vivono in maniera diversa dagli altri. Noi e loro siamo come
il sole e la luna. In un piccolo centro come Prezia la giornata delle
persone normali comincia la mattina presto: lavoro, pranzo, chi se lo
può permettere un riposino, poi di nuovo lavoro, casa, cena, tv e letto. I
mafiosi, invece, si svegliano tardi. La loro giornata comincia a
mezzogiorno al bar. Dopo pranzo si riuniscono per un paio d'ore,
mentre il sole a picco spegne la voglia di uscire degli altri. Poi più
niente fino alle undici di sera. Alle due di notte “lavorano” ancora.
E noi gli rompevamo la minchia. Gli stavamo appiccicati come delle
chiattìdde.
Secondo la suddivisione territoriale italiana il comune di Prezia è
minuscolo, ma sulle cartine geografiche mafiose è enorme, grande
quasi come una provincia. Grande due volte la città di Palermo. E,
invece, Palermo è fatta di quartieri che sono veri e propri paesi, e basta
attraversare una strada per sconfinare. Vai da un mandamento a un
altro. Nuova famiglia, nuova legge, nuove regole. Se sei straniero non
te ne accorgi e ti senti sempre a Palermo, ma chi ci vive o ci ha vissuto
li nota subito certi segnali. I mafiosi gestiscono zone dai confini oscuri
che si sovrappongono alle città e ai paesi come ombre e tra loro parlano
come se esistessero ancora i feudi dell'Ottocento. Fondo Ficara, che
copre un quarto della Val di Mazara con tutto quello che c'è dentro.
Feudo Chiaramonte, che unisce almeno venti paesini. Conca Rossa.
Parte di Trentamiglia. Valle Sottana.
A comandare su tutti i feudi di cui è composto il mandamento di
Prezia, qualche anno fa c'era un uomo solo: Fifi Bellingeri.
Nei due anni che ho passato a Palermo come agente ausiliario
all'inizio della carriera mi sono fatto le ossa. Ho naschiàto come
stavano le cose. Là il sesto senso per la mafia sballa perché la senti
dappertutto e quindi devi stare all'erta sempre.
Percorrevo sulla volante le strade dei quartieri popolari del centro
storico. La parte bombardata nella Seconda guerra mondiale e
abbandonata dalla città ufficiale che ci è cresciuta intorno. Palazzi
sventrati. Balconi cadenti. Un ossario di cemento. I vicoli pieni di gente
affamata e incattivita. Facce animalesche, dappertutto. Piccirìddi,