Page 136 - Sbirritudine
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Dovevamo tenere le orecchie e gli occhi aperti. Qualcuno aveva ucciso
              un uomo della famiglia Bellingeri, e il boss avrebbe risposto con tutta la

              violenza di cui era capace per affermare il suo dominio su Prezia.
                 In  quel  momento,  Renzo  entrò  nella  stanza. Aveva  l'aria  sfatta,  la

              barba incolta, gli occhi cerchiati. Aveva i vestiti sgualciti e puzzava di
              alcol; si buttò sulla sua sedia e ci guardò come da dentro un acquario.
              Chiesi agli altri di lasciarci soli.

                 «Ma che sta succedendo?» gli domandai. Renzo biascicò qualcosa.
              Era  cotto  preciso,  allitràto  della  bella.  Lo  afferrai  per  le  spalle  e  lo

              scossi, ma lui era così rintronato che mi ruttò in faccia. Lo trascinai fino
              al bagno, gli ficcai la faccia sotto il rubinetto e lo arruciài tutto, dalla
              testa ai piedi. «Riprenditi!» gli gridavo. Lui scoppiò a piangere. Non ce

              la  facevo  a  vederlo  così.  Gli  dissi  che  lo  aspettavo  fuori  dal
              commissariato.  Uscito  dal  bagno,  vidi  Baldo  Colonna  che  mi  veniva
              incontro. Ma che ci fa qui?, pensai. Lui mi si avvicinò e, parlandomi
              come se non mi conoscesse, mi chiese dove poteva trovare la dottoressa

              Patania.  Lo  accompagnai  al  secondo  piano.  La  Patania  guardò  prima
              Baldo e poi  me, senza dire nulla. Colonna si  accomodò su una delle
              sedie  di  fronte  alla  scrivania  e  io  mi  piazzai  su  quella  accanto.

              Restammo in silenzio. Che voleva Colonna da noi? Perché era lì?
                 «La  prego  di  lasciarci  soli»  disse  la  Patania.  Fredda,  sicura,

              autoritaria. Fu come se mi avessero lampiàto. Perché vuole restare sola
              con  lui?  Che  devono  dirsi  che  io  non  posso  sentire?  Ecco  perché  la
              Patania non voleva che indagassi su Baldo: lo conosceva. Baldo era un

              suo informatore, collaborava con la Polizia. Per questo si era permesso
              di cazziare il collega di Porto Restivo. Ma perché il mio dirigente me lo
              aveva  tenuto  nascosto?  Non  si  fidava  di  me?  Mi  alzai  e  uscii  dalla
              stanza. Che stava succedendo?

                 Fuori  dall'ufficio,  vidi  Cripto  che  correva  verso  di  me.  «Renzo  ha

              preso Tacconi a pugni ed è scappato via!» mi gridò. Stava precipitando
              tutto.




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