Page 122 - Sbirritudine
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disponibile. Mentre Dragan Nikolic iniziava a insospettirsi noi eravamo
in volo diretti a Milano. Da lì avremmo preso un volo per Catania.
L'aeroporto di Palermo era pieno di occhi capaci di riconoscere
Caterina, sbarcare lì poteva essere pericoloso. Saro e Caterina
avrebbero ricominciato da Catania. Io, invece, mentre volavamo sopra
un enorme banco di nubi non riuscivo a smettere di pensare a mia
moglie. Lei voleva parlare e io scappavo. Lei aveva bisogno di sapere e
io mi tenevo tutto per me. Guardai Caterina, seduta sulla poltrona
accanto alla mia. Lei e suo marito erano stati sinceri l'uno con l'altra e
ora lei era felice. Poi, il sonno, che avevo tenuto lontano con giorni e
giorni di tensione e sfirniciamènti, arrivò di colpo e crollai
addormentato.
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Verso Messina l'autostrada diventa una pista di decollo. Viadotti
altissimi e sottili che si incrociano quasi fino al cielo. Pare di guidare
lungo un labirinto sospeso. Ti ritrovi una corsia che ti sfreccia sopra la
testa mentre viaggi a centinaia di metri sopra la Sicilia, facendo uno
slalom tra i piloni di un ponte che si infiocca sotto di te. Quando ci sei
in mezzo non sai più in che direzione ti stai muovendo. Fare le cose
semplici per i siciliani è impossibile. Dobbiamo complicare sempre
tutto. Se c'è una soluzione semplice, per noi ne esiste sempre un'altra:
per ogni via dritta ce n'è una siciliana che incasina tutto.
Ogni volta che passo da qui penso a mia moglie. Per lei la distanza
tra l'essere felice o triste è una questione inspiegabile, di millimetri.
Consiste in qualcosa che faccio inconsapevolmente. O qualcosa che
dico. O anche solo che penso. Un niente e si trasforma. Perché non si
accontenta. Lei non lascia mai che sia. Ogni cosa per Anna è
fondamentale. Da tutto dipende tutto. Ogni momento con lei è come
stare vicino al cielo e allo stesso tempo in fondo al mare. E ogni volta
che ci siamo trovati sul punto di precipitare giù dalla strada in cui
eravamo finiti, poi ci siamo ritrovati su una nuova corsia, senza sapere
come.