Page 99 - Prodotto interno mafia
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Su  questo  l’imprenditoria  meridionale  ha  raggiunto  una

               posizione comune?


                   È  difficile  avere  una  voce  unica  su  questo  tema,  ma  posso

               assicurare  che  oggi  c’è  una  comunanza  di  vedute  molto  forte
               specialmente  con  i  colleghi  campani  e  pugliesi.  C’è  la

               consapevolezza sempre piú diffusa che non possiamo mostrarci
               come un paese che non sa gestire i rifiuti e ha dissipato i fondi

               per  gli  investimenti  utilizzandoli  per  la  spesa  corrente  mentre
               comuni  e  regioni  continuano  ad  avere  un  altissimo  tasso  di

               indebitamento.
                   In alcune zone della Sicilia più di quaranta giovani su cento
               non trovano lavoro ma le amministrazioni pubbliche continuano

               a  stabilizzare  precari,  scelti  spesso  con  sistemi  clientelari.  Con
               sindacati  e  politici  bisogna  stabilire  un  patto  serio  sul

               Mezzogiorno per tutelare gli interessi di tutti, non soltanto di chi
               è garantito o dei precari che portano qualche tessera e che spesso
               provengono dalle segreterie politiche.

                   La Confindustria siciliana ha l’ambizione di rappresentare non
               solo  le  imprese  su  questi  temi,  ma  un  pezzo  dell’opinione

               pubblica  della  regione.  Ripeto:  un’alleanza  tra  mondo
               dell’impresa  e  sindacato  su  questi  temi  sarebbe  importante  e

               decisiva  per  il  Sud.  Vorrei  che  il  sindacato  si  rifiutasse  di
               rappresentare cento precari selezionati da dieci assessori messi in

               un  ente  solo  per  meriti  politici:  sarebbe  un  segnale  importante
               per  l’opinione  pubblica.  I  primi  segnali  di  cambiamento  si
               vedono ma la strada è ancora lunga.



                   Confesercenti  ha  stimato  che  nel  2009  le  organizzazioni

               criminali hanno raggiunto un fatturato di 135 miliardi di euro.
               Lo  stesso  anno  si  è  registrato  il  boom  dell’usura:  200000  i
               commercianti  colpiti  e  un  giro  d’affari  di  20  miliardi  di  euro

               circa .  Nel  biennio  2009-2010  l’Ance,  l’associazione  dei
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               costruttori edili, ha stimato nel settore dell’edilizia «regolare»

               un  calo  di  230000  occupati ,  mentre  in  quello  «illegale»  le
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               costruzioni non sono diminuite. A questo si aggiunge l’impatto



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