Page 96 - Prodotto interno mafia
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legale, non hanno accesso al credito e non possono tutelare diritti

               di proprietà o diritti intellettuali, e si muovono in un quadro da
               economia precapitalistica. L’economista peruviano Hernando De

               Soto nel saggio Il mistero del capitale. Perché il capitalismo ha
               trionfato in Occidente e ha fallito nel resto del mondo  descrive
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               le  dinamiche  di  sviluppo  dei  paesi  e  spiega  che  dove  c’è
               sommerso e non sono tutelati i diritti di proprietà, il mercato non
               cresce  perché  per  svilupparsi  ha  bisogno  proprio  di  diritti  e

               tutela.  Il  sommerso  è  per  definizione  un  luogo  dove  non  sei
               titolare  di  alcun  diritto:  se  realizzi  un  prodotto  non  puoi

               difenderlo, e non puoi accedere al mercato finanziario perché le
               banche, ovviamente, non possono dare credito a un’azienda che

               sulla carta non esiste.
                   Le imprese sommerse, nella grande maggioranza dei casi, non

               possono  regolarizzare  la  loro  posizione  perché  operano  in
               mercati  e  con  condizioni  che  reggono  unicamente  in  quel
               contesto. È un modello che autoalimenta un’economia fragile e

               debole.  Buona  parte  della  letteratura  economica  internazionale,
               anche quella che riguarda i paesi in via di sviluppo dove c’è una

               quota di sommerso strutturale molto forte, sostiene che quando si
               tenta  di  passare  da  una  dimensione  illegale  a  una  legale
               difficilmente le aziende sopravvivono. Non esistono meccanismi

               di emersione possibili.



                   Secondo  il  rapporto  di  Legambiente  sull’ecomafia  del  2010
               uno  dei  business  piú  redditizi  per  la  criminalità  è  quello  dei
               rifiuti.  Negli  ultimi  quindici  anni  l’emergenza  rifiuti  in

               Campania è costata allo Stato 780 milioni di euro l’anno, che
               moltiplicato per quindici equivale a una cifra pari a due leggi

               finanziarie.  Se  l’emergenza  rifiuti  porta  nelle  tasche  della
               regione,  della  provincia,  e  di  tutti  i  soggetti  coinvolti,  una

               quantità  di  denaro  che  un  business  pulito  dei  rifiuti  non
               riuscirebbe a produrre in venti anni, come si fa a far passare il

               messaggio che «legale conviene»?


                   Il  problema  è  il  concetto  stesso  di  emergenza  applicato  al



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