Page 93 - Prodotto interno mafia
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del  pizzo.  La  nuova  strategia  prevede  un  ritorno  al  passato

               «borghese»  ma  con  un’innovazione  fondamentale:  il  «farsi
               impresa».  I  business  di  Cosa  nostra  devono  spostarsi  in  una

               dimensione  di  apparente  legalità  per  uscire  dalla  sfera
               dell’azione repressiva dello Stato.

                   Oggi la mafia continua a essere un pezzo della classe dirigente
               che, per preservare gli equilibri sociali, ha la necessità di essere
               arcaica e tradizionalista sul territorio e moderna nelle dinamiche

               di  riciclaggio  e  rimpiego  di  capitali  sporchi.  Anche  quando  ha
               proiezioni e aspirazioni globali, la sua forza resta il radicamento

               sul territorio. La ’ndrangheta è un esempio perfetto: è presente in
               molte parti del mondo con seconde, terze, quarte generazioni di

               diplomati e laureati con master, ma i vertici delle cosche restano
               in Calabria. I soldi sono all’estero ma le decisioni vengono prese

               nei paesini, tra i latitanti che vivono in un tugurio per trent’anni.
               La  legittimazione  forte  in  Cosa  nostra  come  nella  ’ndrangheta
               calabrese sta nel radicamento sul territorio.



                   Proviamo  a  tracciare  un  identikit  dell’imprenditore  mafioso
               contemporaneo.



                   Con  la  stagione  di  Provenzano  le  tipologie  prevalenti  di
               imprenditori  mafiosi  sono  due:  quelli  che  sono  parte  attiva

               dell’organizzazione e quelli collusi con la mafia. Molto spesso, e
               questo  accade  prevalentemente  nel  Centro-Nord  del  paese,  i

               confini  tra  legale  e  illegale,  colletti  bianchi  e  criminali,  sono
               confusi. Tutte le imprese mafiose o semimafiose hanno un ciclo

               di vita molto breve perché sono sottoposte a due rischi: quello
               giudiziario,  data  la  pressione  della  magistratura  e  delle  forze

               dell’ordine,  specialmente  in  Sicilia,  Campania  e  a  Reggio
               Calabria,  e  quello  imprenditoriale:  appena  si  affacciano  in
               contesti efficienti, le aziende mafiose non reggono perché sono

               create proprio per eludere concorrenza e regole.
                   Il business piú sicuro per sopravvivere è quello dei subappalti.

               Funziona cosí: un’impresa arriva sul territorio per realizzare una
               grande  opera  e  la  mafia  cerca  di  condizionarla  attraverso  la



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