Page 92 - Prodotto interno mafia
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Se prima della globalizzazione un meccanismo di convivenza

               tra economia mafiosa e quella di mercato era possibile, i grandi
               cambiamenti degli anni Novanta stanno modificando lentamente

               questa  possibilità.  Una  piaga  che  permane  nonostante  i
               cambiamenti è il voto di scambio: un fenomeno clientelare che è

               diventato  una  patologia  capace  di  inquinare  il  funzionamento
               della  democrazia  e  di  rafforzare  le  continue  commistioni  tra
               classe politica e mafia. Se il consenso di un politico dipende dal

               supporto  e  dall’appoggio  di  un  pezzo  della  criminalità
               organizzata,  le  attività  mafiose  sono  garantite.  In  Sicilia  non

               pochi  imprenditori  sono  stati  coinvolti  in  vicende  giudiziarie:
               molti  costruttori  attivi  negli  anni  Settanta  e  Ottanta  sono  stati

               condannati o per associazione mafiosa o per concorso esterno in
               associazione mafiosa.



                   Quando  e  perché  si  è  rotto  l’equilibrio  del  sistema  mafioso
               che ha regolato la Sicilia nel dopoguerra?



                   A modificare lo scenario di connivenza prevalente negli anni
               Settanta è stato l’avvento al potere dei corleonesi di Totò Riina.

               Il  rapporto  tra  mafia  e  classe  dirigente  si  fece  piú  complicato
               perché  il  progetto  egemonico  di  Riina  investiva  anche
               imprenditori e politici. La mafia assume cosí quel volto stragista

               che ha dominato Palermo e la Sicilia per molti anni.
                   È  l’ultimo  dei  corleonesi,  Bernardo  Provenzano,  a  fare  un

               passo indietro. Con Provenzano la parola d’ordine di Cosa nostra
               diventa  «inabissamento»:  la  mafia  non  deve  piú  manifestare

               apertamente  il  suo  volto  feroce  perché  non  può  rischiare  di
               vedere  i  propri  interessi  messi  in  pericolo  dalla  strategia

               stragista.  È  lui  a  inventare  una  regola  di  marketing  sul  pizzo:
               «Pagare tutti, pagare poco». Ed è sempre Provenzano che inizia a
               ricucire i rapporti con quel pezzo di classe dirigente spaventato

               da Riina. Un caso esemplare è quello dell’imprenditore Michele
               Aiello  che  diventerà  poi  il  suo  prestanome  e  per  questo  sarà

               condannato a quindici anni e sei mesi di carcere.
                   L’organizzazione  abbandona  quindi  le  bombe  e  si  appropria



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