Page 61 - Prodotto interno mafia
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L’indagine  Crimine  del  2010  portata  avanti  dalle  Procure  di

               Reggio  Calabria  e  Milano  ha  dimostrato  innanzitutto  che  in
               Lombardia  (ma  il  discorso  vale  anche  per  Piemonte,  Liguria,

               Germania,  Svizzera)  ci  sono  «locali»  cloni  di  quelli  della
               provincia calabrese e,  in secondo  luogo, che  il coordinatore  di

               tutti i «locali» della regione è stato nominato dalla «Provincia»
               di Reggio Calabria.



                   Le  ultime  indagini  condotte  sull’organizzazione  hanno
               dimostrato  l’attualità  di  rituali  della  ’ndrangheta  che  molti

               studiosi ritenevano ormai reperti di archeologia criminale.


                   Il 19 agosto del 2009, in Calabria, nel ristorante I platani di
               Platí – uno dei tre ristoranti del paese riservati per il matrimonio

               della  figlia  del  boss  Peppe  Pelle  con  il  figlio  del
               «mammasantissima»  Pasquale  Barbaro  –  sono  state  discusse  e

               decise  le  cariche  del  «Crimine».  Meno  di  un  mese  dopo,  il  2
               settembre 2009, tutti i capilocali sparsi per il mondo sono andati

               a  baciare  l’anello  al  nuovo  capocrimine,  l’ottantenne  rosarnese
               Domenico Oppedisano, al Santuario della Madonna di Polsi .
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                   Sono  stati  dunque  smentiti  i  magistrati,  i  giornalisti,  i
               cosiddetti «esperti di ’ndrangheta» convinti che fenomeni come
               il rituale di affiliazione, il battesimo del «locale» o la riunione al

               santuario  della  Madonna  di  Polsi  fossero  ormai  leggenda:
               pratiche arcaiche e superate. Ho partecipato a molte conferenze

               in cui si affermava a gran voce che i riti sono «acqua passata»,
               perché  la  ’ndrangheta  ormai  lavora  con  internet,  con  le

               finanziarie e gli investimenti.
                   Certo,  prima  il  caposocietà  era  un  pastore  che  viveva  tra  le

               montagne  e  trascorreva  la  latitanza  in  compagnia  di  pecore  e
               cani, mentre oggi spesso ha una casa con l’aria condizionata, il
               televisore  a  cristalli  liquidi,  il  cellulare,  il  computer  sempre

               connesso  per  seguire  gli  andamenti  di  Borsa.  È  vero  che
               l’organizzazione  è  piú  evoluta  e  funzionale  ai  cambiamenti

               economici e tecnologici del mondo, però l’osservanza ortodossa
               delle regole rimane il pilastro della ’ndrangheta.



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