Page 58 - Prodotto interno mafia
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Procuratore, lei comincia a fare il magistrato nel 1986 a 28
               anni. Nel 1988 arriva al Tribunale penale di Locri dove arresta
               decine di ’ndranghetisti e provoca lo scioglimento del Consiglio

               comunale;  nel  1989  la  scorta;  negli  anni  Novanta  le  indagini
               con  l’Fbi  in  Messico  e  negli  Stati  Uniti.  Un  inizio  carriera

               insolito per rapidità e risultati raggiunti.


                   Ho  cominciato  facendo  il  giudice  civile  nella  sezione

               specializzata  in  agraria.  Due  anni  dopo  sono  stato  trasferito  a
               Locri per sostituire il giudice istruttore penale. Ricordo ancora il

               mio primo giorno: entrai in una stanza enorme e polverosa, piena
               di faldoni. Il giudice uscente mi indicò le indagini piú importanti

               in corso. Vidi che c’era un omicidio, fermo da piú di un anno, in
               attesa di archiviazione e decisi di cominciare proprio da quello:

               si  trattava  dell’assassinio  dell’imprenditore  calabrese  Giuseppe
               Galluccio, legato al partito socialista. Al centro del caso c’era la
               realizzazione  di  una  diga  per  un  laghetto  tra  i  comuni  di

               Sant’Agata del Bianco e Samo, alle sorgenti del bacino Laverde.
               La giunta regionale nel giugno del 1986 ne aveva deliberato la

               costruzione  con  l’obbligo  di  esecuzione  in  economia.  Ma  la
               realizzazione  fu  affidata  in  licitazione  privata  alla  ditta

               Galluccio, malgrado questa non fosse abilitata a eseguire lavori
               della categoria e dell’importo (circa un miliardo di vecchie lire)

               di  quelli  aggiudicati.  Dopo  una  prima  lettura  del  fascicolo  mi
               concentrai  sul  numero  di  operai  coinvolti  nei  lavori,  una  cifra
               molto  difficile  da  trovare  perché  i  lavoratori  venivano  assunti

               dall’assessorato  alla  Forestazione  attraverso  un  telegramma.
               Scoprii  che  erano  circa  30000  e  tra  loro  c’erano  moltissimi

               minori.  Figuravano  come  operai  forestali,  morti,  detenuti,
               latitanti, insomma il caos piú completo.
                   Nei miei primi due mesi di lavoro a Locri arrestai diciassette

               persone:  imprenditori,  politici,  il  vicepresidente  della  giunta
               regionale  della  Calabria,  Giovanni  Palamara,  che  era  anche

               assessore alla Forestazione.  La giunta  cadde poco  dopo. Era  il



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