Page 55 - Prodotto interno mafia
P. 55
14 luglio 2010, giorno della conferenza stampa al Tribunale di
Milano in cui il Pm Ilda Boccassini annuncia l’arresto del «capo
dei capi della ’ndrangheta» Domenico Oppedisano. Mentre i
giornalisti abbandonano l’aula del tribunale, Gratteri obietta
sottovoce ciò che ancora oggi cerca di spiegare a studenti e
professionisti dell’informazione: «L’arresto di Oppedisano non è
un colpo mortale per la ’ndrangheta: Oppedisano non è il
“Provenzano dell’organizzazione”, lo sostituiranno in pochi
giorni. Piuttosto oggi abbiamo la certezza della forza della
’ndrangheta in Lombardia e nel nord del paese».
Nicola Gratteri è considerato il massimo esperto di
’ndrangheta in Italia. Ne studia caratteristiche e contraddizioni da
quando sui banchi di scuola divideva merenda e lezioni con i
figli degli ’ndranghetisti. Crescere nella Locride negli anni
Sessanta vuol dire avere a che fare con l’organizzazione nella
quotidianità: in aula, sul campetto da calcio, per strada, al
supermercato. Gratteri arriva al Tribunale di Locri a ventotto
anni per sostituire il giudice istruttore penale e, come dicono fieri
i suoi collaboratori mentre dalla gelateria Cesare andiamo verso
la caserma, «fa subito il botto»: in due mesi il giovane magistrato
arresta diciassette persone e provoca lo scioglimento della giunta
comunale di Locri. Gratteri capisce la psicologia degli
’ndranghetisti, ne conosce il rigore e ne intuisce le ambizioni.
Per anni studia i loro riti e codici di comportamento e li analizza,
con il giornalista Antonio Nicaso, in due libri best seller . Mentre
1
tanti affermano che la ’ndrangheta è diventata high-tech, il
procuratore aggiunto di Reggio Calabria insiste sui riti di
affiliazione, le gerarchie, il codice d’onore. Le indagini e il
tempo gli daranno ragione.
A differenza di mafia e camorra che hanno dato materia a
celebri artisti – dal regista Francis Ford Coppola de Il padrino al
cantautore Fabrizio De Andrè che nella ballata Don Raffaè
racconta la prigionia del boss della Nuova camorra organizzata
Raffaele Cutolo «un galantuomo che tiene sei figli ha chiesto una
51