Page 132 - Prodotto interno mafia
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lavoro carsico che finalmente trova il suo sbocco. Certe decisioni
non sono miracoli, ma il frutto dell’apporto di pochi che diventa
una posizione collettiva. Quando dico pochi non mi riferisco solo
a quelli che si sono imposti a livello nazionale o che sono finiti o
finiranno nei libri di storia.
Penso al cardinale Pappalardo o al presidente della regione
Sicilia Piersanti Mattarella, assassinato dalla mafia nel gennaio
del 1980: personalità che hanno determinato svolte notevoli nelle
coscienze civili e posto le premesse perché ci fossero uomini in
grado di coglierne l’eredità. Se studiassimo la storia locale
d’Italia troveremmo tanti preti e frati diventati figure di
riferimento per la gente, pastori benvoluti anche dal Partito
comunista perché non restavano inermi e passivi davanti
all’arroganza e ai soprusi ma, attraverso le loro opere, davano
fiducia e speranza al popolo.
Sta di fatto che qualcuno o qualcosa impedí in quegli anni
alla Chiesa di prendere una posizione univoca contro la mafia:
chi o che cosa?
I freni al cambiamento arrivavano dall’ambiente politico che
era sostenuto dalla mafia o che difendeva interessi mafiosi.
Troppe cose si sono già dette su Giovanni Gioia, Salvo Lima e
Vito Ciancimino. Per capire l’atteggiamento di alcuni esponenti
della Democrazia cristiana, bisogna ricordare che la Dc nacque
come espressione di un impegno in politica di gente di Chiesa.
Le prime generazioni di politici erano molto credenti e c’era un
legame fortissimo con i vescovi. Potremmo definire la Dc degli
inizi quasi «un governo dei vescovi per interposta persona»,
certamente espressione di un modo di fare politica che si
interfacciava continuamente con i pastori e la comunità.
In origine questo ebbe un valore molto ideale e anche poco
condizionante: pensiamo, per esempio, allo scontro tra il
presidente del Consiglio Alcide De Gasperi e papa Pio XII . La
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dimostrazione di come gli uomini di Chiesa di allora non fossero
baciapile o «laici devoti». Erano laici che riconoscevano il ruolo
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