Page 127 - Prodotto interno mafia
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collettivo.  Com’è  possibile  che  la  religione  cattolica  sia  stata

               abbracciata  dalla  mafia  fino  al  punto  da  diventarne,  quasi,  la
               religione ufficiale?



                   Non capisco che cosa spinga i mafiosi a certe manifestazioni
               di religiosità: qual è la ragione profonda che si nasconde dietro

               alla statua di Gesú Cristo issata sulla spalla o dietro a un rosario
               tenuto  stretto  tra  le  mani?  Il  mafioso  cerca  in  questo  modo  di

               giustificare  se  stesso  e  di  riscattarsi  davanti  a  Dio,  o  sono
               piuttosto gesti che indicano la totale assenza di consapevolezza

               del  male  operato?  Quest’ultima  possibilità  è  per  me  fonte  di
               grande angoscia: per quanto incallita possa essere la coscienza di
               un individuo, nonostante lo stridore tra il valore ideale e le azioni

               della vita, un tale vuoto morale non può trovare giustificazione.
                   In  questo  senso  è  importante  distinguere  tra  pentitismo  e

               pentimento quando si parla di mafiosi. Il primo si inquadra nel
               profilo  della  legislazione  penale;  il  secondo  in  quello  etico
               morale.  Il  pentitismo  è  un  fenomeno  sancito  dalla  legge  che

               consente ai criminali di collaborare con la giustizia anche in vista
               dei benefici che possono ottenere: sconti di pena, trattamenti di

               tutela,  assegno  di  mantenimento  da  parte  dello  Stato.  Il
               pentimento è, invece, un atteggiamento del tutto gratuito che si

               basa  sul  rifiuto  del  passato  e  sulla  piena  assunzione  di
               responsabilità per i peccati commessi.

                   Il criminale che si pente chiede perdono a Dio impegnandosi a
               vivere in modo nuovo. Un prete che assume il ruolo di mediatore
               tra il peccatore e Dio, deve guidare il mafioso nell’itinerario di

               conversione e di pentimento.



                   È quello che fece padre Frittitta con Pietro Aglieri?


                   Non so se fu questo l’atteggiamento del monaco carmelitano
               nei confronti del boss. La giustizia italiana lo ha scagionato da

               tutte le accuse, ma per la Chiesa resta una pagina molto dolorosa.
               Ricordo  il  clamore  che  seguí  l’arresto.  C’era  chi  lo  dipingeva

               come un santo perseguitato dalla giustizia, chi come un eretico



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