Page 11 - Prodotto interno mafia
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fondato. Il governo cinese, malgrado le assicurazioni ufficiali,
non sembra garantire finora un pugno di ferro contro i traffici
illeciti interni. Di conseguenza le autorità internazionali non
sanno come gestire le centinaia di migliaia di container che ogni
giorno partono da Pechino, Shanghai, Hong Kong, carichi di
merci contraffatte.
Il rapporto del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro
sulla criminalità cinese in Italia, presentato nel maggio 2011,
mostra una realtà drammatica: dal 2004 al 2010 i cittadini cinesi
denunciati per immigrazione clandestina e favoreggiamento sono
stati 28464, quasi 2000 quelli denunciati per sfruttamento della
prostituzione, 1357 per lesioni dolose, 1069 per contraffazione di
marchi commerciali, 920 per furto, 849 per associazione a
delinquere, 491 per estorsione. Ancora, sono stati 441 i reati
legati alla droga, 349 le rapine, 108 gli omicidi volontari e 181
quelli tentati. Nel rapporto si legge che «il riciclaggio di capitale
illecito avviene attraverso l’acquisto d’immobili e attività
imprenditoriali», anche se la modalità di reimpiego dei capitali
illeciti riguarda principalmente il trasferimento di denaro in Cina.
La prova della preminenza della mafia cinese in Italia sulle altre
organizzazioni criminali straniere arriva dalla Direzione
investigativa antimafia (Dia) che già in una relazione del 2008
scriveva: «Nel panorama complessivo degli insediamenti
stranieri in Italia, la comunità cinese occupa una posizione di
rilievo per le elevate capacità di inserimento nel contesto
economico ed imprenditoriale. Forti delle loro tradizioni e della
radicata tendenza all’emigrazione, i cittadini cinesi hanno infatti
intrapreso percorsi produttivi e commerciali, spesso coronati da
significativi successi, stabilendo consolidate reti internazionali di
rapporti».
Ma non sono tanto le comunità di immigrati cinesi in Europa a
preoccupare Pietro Grasso, quanto lo sviluppo della madrepatria
stessa: il capo della Direzione nazionale antimafia è convinto che
il futuro della criminalità organizzata passerà dall’Oriente dove il
confine tra legale e illegale è destinato a rimanere sfumato se non
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