Page 7 - Prodotto interno mafia
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Illecito : – Oggi le mafie si presentano completamente rinnovate:
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il crimine è globale. Né le soluzioni moralistiche né tanto meno
quelle giustizialiste possono essere un rimedio. Le nuove radici
dell’illecito sono economiche o geopolitiche.
Mafia «glocal», insomma, come certi prodotti, capi di
vestiario, mobili, gastronomia, amati dai consumatori e capaci di
essere insieme globali e locali. Le organizzazioni criminali si
sono adattate al mercato mondiale, spesso piú in fretta delle
multinazionali citate nella classifica annuale della rivista
«Fortune». Hanno cellule in tutto il mondo, investono in
business a basso rischio, osservano con acume l’orientamento
delle Borse e delle valute. Operano su due piani: manovalanza
violenta (che attraverso omicidi, violenza e ricatti continua a
essere il metodo piú efficiente per imporre l’ordine) e borghesia
criminale, i cosiddetti colletti bianchi delle mafie, ingegneri,
avvocati, architetti, medici.
Il procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia,
all’indomani del blitz della Squadra mobile di Agrigento che ha
portato all’arresto di dieci presunti fiancheggiatori del boss
Giuseppe Falsone, nel luglio 2011, ha osservato: – Siamo dentro
un processo di involuzione delle relazioni tra la borghesia
siciliana e il sistema criminale mafioso: prima era un rapporto di
estraneità e di convenienza, ora è diventato un rapporto di
integrazione che si manifesta anche con fatti eclatanti, basti
pensare agli arresti del medico Giuseppe Guttadauro o
dell’architetto Giuseppe Liga. C’è un livello di compenetrazione
tra la classe imprenditorale e il ceto violento.
Giuseppe Guttadauro è il chirurgo palermitano che, dopo
l’arresto dei fratelli Giuseppe e Filippo Graviano, è divenuto
capomandamento di Brancaccio, ovvero boss di rione secondo la
gerarchia di Cosa nostra. L’architetto Giuseppe Liga, ex reggente
regionale del Movimento cristiano lavoratori, è stato
l’amministratore del tesoro del capomafia Salvatore Lo Piccolo
dopo il suo arresto.
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