Page 99 - L'onorata società
P. 99

questi soldi erano stati elargiti per la costruzione di opere e infrastrutture. I
          Comuni non avevano le somme a disposizione, le chiedevano allo Stato e
          firmavano  contratti.  Solo  che  magari  cambiava  l'amministrazione  e,  per
          questioni  di  principio  o  semplice  sciatteria,  i  progetti  finivano  nel

          dimenticatoio.  Hanno  fatto  questa  fine  ben  2.061  stanziamenti,  per  un
          valore di un miliardo e 50 milioni. Coinvolte anche grandi città, da nord a
          sud, come Torino, Palermo, Genova, Firenze, Verona, Messina. Addirittura
          c'è un mutuo che risale al 1981, quando al governo si alternarono Arnaldo

          Forlani e Giovanni Spadolini.
              Qualcuno potrebbe pensare che è meglio così. Almeno questo gruzzolo
          si è salvato e non è sparito nella voragine che inghiotte tutto. Toccherà ora
          alla Cassa depositi e prestiti farlo rendere al meglio. Dopo la nomina di

          Massimo  Varazzani  al  vertice  dell'istituto  e  l'ingresso  delle  fondazioni
          bancarie nel capitale con il 33 per cento, la Cdp dispone di poteri e margini
          di manovra decisamente superiori rispetto agli anni scorsi. Varazzani, uomo
          molto  vicino  al  ministro  Tremonti,  ha  facoltà  di  concedere  prestiti  fino  a

          500  milioni.  In  genere,  nel  mondo  del  credito,  la  capacità  di  firma  per
          erogare denaro senza passare dal consiglio di amministrazione si limita a
          60-70  milioni.  Una  differenza  enorme,  che  si  spiega  con  la  volontà  di
          eliminare le storture burocratiche e dare un forte impulso alle infrastrutture

          di interesse nazionale. Dai fondi rotativi per le imprese ai risparmi postali,
          fino  ai  finanziamenti  della  Banca  europea  per  gli  investimenti,  la  Cassa
          dispone di una dotazione di 50 miliardi da spendere nei prossimi 3 anni.
          Una montagna di soldi, con un solo uomo al comando. Speriamo bene.





                                                L'inferno del cardinale


          C'è da augurarsi che siano messi a buon frutto. Non come in passato. Dal
          2005 al 2008 l'Italia ha speso 169 miliardi di euro, 10 in meno della Francia

          e 20 della Germania (mentre la Spagna ha messo sul piatto 218 miliardi).
          Ma  solo  il  46  per  cento  di  questi  fondi  sono  serviti  a  realizzare  nuove
          strutture,  contro  il  60  per  cento  della  Germania,  il  67,5  per  cento  della
          Francia e l'82,2 per cento della Spagna. La maggior parte è finito in lavori

          di  manutenzione  (molto)  ordinaria  e  (poco)  straordinaria.  Poi  ci  sono  i
          furbetti, che ci sguazzano. Si aggiudicano le gare pubbliche con incredibili
          ribassi  e  conseguente  prospettiva  di  risparmi  per  l'amministrazione
          pagatrice.  Dopo,  a  causa  dell'"inadeguato  monitoraggio  e  controllo

          dell'esecuzione  dei  lavori",  recuperano  con  le  "varianti  di  progetto",  i
          cambiamenti in corso d'opera. A sua volta il Cipe, spinto dalla frenesia di
          approvare  quante  più  cose  possibile,  ricorre  allo  stratagemma  del
   94   95   96   97   98   99   100   101   102   103   104