Page 94 - L'onorata società
P. 94

di Alessandria", ma a lui non piace: «Non ho mai guidato un camion in vita
          mia». Il soprannome però viene da lontano. Nel 1976, quando studia Legge
          a  Pavia,  Giovanni  Fagnano,  uno  dei  fondatori  della  Fai,  la  Federazione
          autotrasportatori italiani, gli affida un lavoretto di sei mesi: organizzare il

          reclutamento a Tortona, città che con mille piccole società di Tir su 30 mila
          abitanti è la capitale del settore. Il Partito comunista si sta allargando nelle
          fasce di popolazione espressione dell'artigianato e della piccola impresa:
          bisogna  contrastarlo.  Palenzona  nel  giro  di  qualche  anno  fa  crescere  il

          sindacato dei padroncini di camion a livello nazionale e mette insieme un
          consorzio di aziende di trasporto che arriva a fatturare 50 miliardi di lire.
              Diventa manager. Poi sindaco di Tortona e presidente della Provincia di
          Alessandria.  Per  designazione  dell'ente  locale  che  presiede,  entra  alla

          Fondazione  Cassa  di  risparmio  di  Torino.  Da  qui  sbarca  nel  consiglio  di
          amministrazione  di  UniCredit,  dove  diventa  vicepresidente,  ed  entra  nel
          salotto  buono  di  Mediobanca.  Attualmente  è  anche  presidente  di  Adr,
          Aeroporti  di  Roma,  controllata  da  Gemina,  di  cui  i  Benetton  sono  primi

          azionisti  attraverso  la  società  Infrastrutture  e  investimenti  e  la  holding
          Sintonia. Infine, gli viene assegnata la guida di Assoaeroporti, che riunisce i
          gestori degli scali italiani.
              Il  vento  fa  il  suo  giro,  ma  riporta  sempre  al  punto  di  partenza.  Alla

          ristretta  cerchia  dei  signori  dell'asfalto,  i  cui  affari  si  intrecciano,  si
          separano  e  si  reintrecciano  in  un  gioco  infinito.  Hai  voglia  a  indignarti
          quando,  in  piena  crisi  economica,  scattano  gli  aumenti  delle  autostrade
          anche  se,  come  ammette  Tremonti  «non  c'è  corrispondenza  con  gli

          investimenti dovuti». Hai un bel gridare allo scandalo, come hanno fatto le
          associazioni dei consumatori, di fronte ai dati specifici sui rincari. Il record è
          andato alla Torino-Milano (più 19,4 per cento) e alla Torino-Piacenza (più
          12,6), tratte gestite entrambe da Marcellino Gavio, pure lui di Tortona e

          pure lui generoso elargitore di contributi ad Alleanza nazionale, Forza Italia
          e Democratici di sinistra nel corso della campagna elettorale del 2006. Il
          suo nome è apparso anche nell'inchiesta sulla scalata di Unipol alla Bnl.
          Gavio aveva appena venduto la sua quota del 15 per cento nell'autostrada

          Milano-Serravalle  alla  Provincia  di  Milano,  allora  presieduta  dal  diessino
          Filippo  Penati,  realizzando  una  plusvalenza  di  178  milioni.  Dal
          parlamentare dell'Udc Bruno Tabacci fino al sindaco di Milano dell'epoca,
          Gabriele  Albertini,  si  levarono  accuse  pesanti:  quei  soldi  sarebbero  stati

          usati  per  consentire  alla  compagnia  di  assicurazione  controllata  dalle
          cooperative rosse di conquistare la Banca nazionale del lavoro.
              Gavio ha tirato dritto. Poco incline ad apparire e per nulla interessato a
          coltivare l'immagine pubblica, ne ha passate tante nei suoi 76 anni di vita.

          Fu tra i primi imprenditori a finire nelle maglie di Tangentopoli, si diede
   89   90   91   92   93   94   95   96   97   98   99