Page 93 - L'onorata società
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norma introdotta dal precedente esecutivo nel 2006. Pensare che ci sia uno
scambio è assolutamente fuori luogo.
Dulcis in fundo, Castellucci ha chiarito di aspettarsi un aumento delle
tariffe a breve termine. «In base al contratto possono crescere del 2,4 per
cento. Se il governo promulgherà un'altra legge per impedire i rialzi, la
combatteremo.»
Stiamo lavorando per noi
Non ce n'è stato bisogno. Il decreto anticrisi del governo li aveva bloccati
fino al 30 aprile 2009. Il ministro Tremonti era stato esplicito: «Siamo
pronti a fermare l'aumento dei pedaggi perché non c'è corrispondenza con
gli investimenti dovuti». Invece il 1° maggio, nel bel mezzo del grande
esodo di primavera, scatta il balzello. In media il 3,47 per cento in più. Per
una sventurata coincidenza, negli stessi giorni scoppia il caso Piacenza. Alle
12.30 del 30 aprile lungo la Statale numero 9 sprofonda il ponte sul Po, un
asse strategico per i collegamenti tra Lombardia ed Emilia-Romagna.
L'Anas si affretta a precisare che il crollo è stato provocato
«dall'eccezionale ondata di piena, dovuta alle eccezionali piogge». E già si
scatenano le polemiche. Per automobilisti e camionisti i collegamenti
diventano un incubo. L'unico modo per andare da Nord a Sud e viceversa è
imboccare l'autostrada tra i caselli di Piacenza Nord e Piacenza Sud.
D'accordo, ma perché i cittadini della zona devono essere costretti a
pagare? Compresi i pendolari, che altrimenti non si sa come potrebbero
raggiungere il posto di lavoro? Autostrade per l'Italia riceve petizioni dei
sindaci, dei presidenti delle Province di Piacenza e di Lodi. Alla società
scrive lo stesso ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteoli, per
invitarla ad abolire i pedaggi sulla tratta. Trascorre una settimana di fuoco,
prima che i vertici della società diano il via libera ai residenti. Una
settimana di ottimi e insperati guadagni.
Il varo degli aumenti è una vittoria netta per l'Aiscat, la potente
associazione dei concessionari, la Confindustria delle autostrade, altro
tasto dolente. Sarà scontato definire il suo presidente, Fabrizio Palenzona,
un peso massimo, visti i 190 centimetri d'altezza e i 195 chili di peso.
Eppure la definizione è quanto mai azzeccata. Tanto schivo, riservato,
lontano dai salotti, quanto deciso nelle partite che contano, Palenzona è
nato il 1° settembre 1953 a Novi Ligure (Alessandria) e rivendica le sue
origini basso piemontesi: «Sono cresciuto e vivo a Pozzolo Formigaro, dove
la mia famiglia sta da 800 anni». Qualcuno lo chiama anche "il camionista