Page 92 - L'onorata società
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dai una cosa a me e io do una cosa a te? Il sospetto viene. Nella
riorganizzazione delle scatole societarie in capo alla famiglia Benetton,
Autostrade per l'Italia risulta attualmente controllata dalla società Atlantia,
il cui amministratore delegato è Giovanni Castellucci. Un uomo cui non fa
difetto la sincerità, se così la possiamo chiamare. Nel corso di una
conference call con gli analisti, tenuta il 20 marzo 2009, ha detto papale
papale: «Dopo il nostro intervento in Alitalia il governo ci ha favorito,
soprattutto con la rimozione del divieto degli affidamenti di lavori in
house». Che significa? In concreto, che dal momento dell'operazione
Alitalia la società che gestisce la rete autostradale può appaltare
direttamente, anche a imprese collegate al gruppo, i lavori di
manutenzione o di rifacimento dell'asfalto.
Per capire esattamente a che cosa stava pensando Castellucci quando
parlava di favori, bisogna fare un passo indietro. Atlantia è entrata in
Alitalia con 100 milioni di euro, nella cordata dei "cavalieri bianchi" (tra i
quali lo stesso Marcellino Gavio) che ha risposto presente quando
Berlusconi ha fatto appello all'orgoglio italico per salvare la vecchia,
disastrata compagnia di bandiera. Castellucci, nel suo intervento, è entrato
nel dettaglio: «Con il blocco per quattro mesi degli interventi tariffari
deciso dal governo abbiamo perso 20 milioni. Ma con il decreto
Milleproroghe ci abbiamo guadagnato molto di più». Infine, ha tirato le
somme: «Quanto stiamo negoziando con il governo riguardo le concessioni
è molto più significativo rispetto a quanto abbiamo investito in Alitalia». Gli
analisti che lo ascoltavano sono rimasti a bocca aperta. In un baleno le
agenzie di stampa hanno battuto le parole del numero uno di Atlantia. Si
faceva fatica a crederci. Quello che molti avevano sospettato, veniva
ampiamente confermato. Ovvero che il coinvolgimento della famiglia di
Ponzano Veneto nell'affaire Alitalia non fosse una scelta dettata da ragioni
esclusivamente di business, quanto una sorta di chiamata alle armi che
un'azienda titolare di remunerative concessioni pubbliche difficilmente
avrebbe potuto ignorare.
Qualcuno deve aver riportato in fretta Castellucci sulla retta via, perché
poche ore dopo arrivava una sua stizzita precisazione:
Non c'è alcuna correlazione tra il nostro investimento in Alitalia e il
decreto Milleproroghe. Quando un progetto così importante per il Paese
viene proposto a un'impresa di rilievo non si può che guardarlo con
estrema attenzione. Noi l'abbiamo fatto, come Roberto Colaninno, Intesa-
Sanpaolo e altri soggetti. Siamo fortemente impegnati sugli investimenti in
Italia, e per questo collaboriamo con il governo affinché le procedure
autorizzative siano velocizzate. Cosa che il governo ha fatto eliminando la