Page 88 - L'onorata società
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il gratta e vinci, se siete fortunati, rientrate della cifra pagata con
l'infrazione».
Si può sorridere. Si può partire da fatti come questo per lanciarsi in
un'analisi politica sul come e il perché il Carroccio si sia radicato sul
territorio. Si può fare tutto. Ma non prescindere da una considerazione di
carattere generale: in Italia il settore dei trasporti, dalla viabilità nei centri
urbani alle autostrade, dalle ferrovie alle navi, fino agli aerei, è agli ultimi
posti nelle graduatorie che misurano il livello di soddisfazione dei cittadini-
utenti. È sufficiente dare un'occhiata all'indagine 2008 sulla Customer
satisfaction realizzata dal Centro di formazione management del terziario,
costituito nel 1994 da Confcommercio e Manageritalia. Su 32 settori
oggetto della ricerca, che vanno dalla grande e piccola distribuzione alla
sanità, i trasporti figurano all'ultimo posto. Meno peggio gli aeroporti e gli
aerei, con una valutazione «neutrale» e di «indifferenza». Pessima la
reputazione dei treni, il cui servizio viene classificato dagli italiani come
«insoddisfacente o completamente negativo». Come del resto le
autostrade, posizionate in una zona di gradimento definita «critica».
United colors of autostrade
Antonio Di Pietro, appena nominato ministro delle Infrastrutture da
Romano Prodi nel 1996, lanciò il suo proclama indirizzato alle
concessionarie autostradali: «La cuccagna è finita». Sappiamo tutti com'è
andata. L'attuale leader dell'Italia dei valori non è riuscito a realizzare
appieno il suo intento, mentre i pochi che gestiscono la gallina dalle uova
d'oro continuano a raccogliere soldi a palate. Giorgio Ragazzi, uno dei
massimi studiosi italiani della materia, ordinario di Economia politica
all'università di Bergamo, esperienze alla Banca mondiale e al Fondo
monetario internazionale, collaboratore del sito lavoce.info, è uno dei pochi
che in questi anni abbiano provato a far luce su un terreno poco accessibile
dall'esterno. Il professore va dritto al cuore del problema:
Non esiste nessun comparto in Italia dove un governo o addirittura un
singolo ministro possano fare regali tanto imponenti a una società,
mediante la proroga della concessione e la regolazione delle tariffe, senza
che gli utenti ne percepiscano nemmeno i costi addizionali.
Ho raccolto quante più informazioni disponibili, ma abbiamo a che fare
con un settore dove non c'è la benché minima trasparenza. Basti pensare
che è difficilissimo prendere visione dei testi delle convenzioni e di ogni
altro atto, in quanto considerati contratti riservati tra società. In effetti lo