Page 86 - L'onorata società
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restano insufficienti. L'Anas, che ha nella ragione sociale la cura delle
strade, a lungo si è rifiutata di accogliere le informazioni sui punti pericolosi
della viabilità. Alla fine, dopo lunghe insistenze, ha istituito un call center.
Gli addetti trascrivono la telefonata e avvertono che il caso è stato
riportato agli organi competenti.
Un perfetto iter burocratico all'italiana.
Dacci oggi la nostra multa quotidiana
Chi ha la fortuna di uscire di casa e tornarci sano e salvo, come minimo si
becca una contravvenzione. Non si scappa. L'Italia è una Repubblica
fondata sulle multe. Lo Stato taglia i trasferimenti agli enti locali? Cancella
l'Ici, l'imposta sugli immobili? I Comuni rimpinguano le casse a suon di
verbali infilati sotto i tergicristalli o spediti tramite raccomandata. Dal 2000
a oggi gli accertamenti sono quasi triplicati. Nel 2008 sono state inflitte
12,6 milioni di sanzioni, 1.427 all'ora, l'8 per cento in più rispetto al 2007.
Incasso complessivo: 2 miliardi. Ogni italiano patentato ha sborsato in
media 76 euro, mentre ogni singolo vigile ha "generato valore" per 43 mila
euro.
Per carità, è giusto che chi sbaglia paghi. Cosa che non avviene
frequentemente, visto che il governo ha varato il condono sulle multe non
saldate fino al 31 dicembre 2004. E non ci sarebbe nulla da eccepire, se
questo massiccio prelievo dalle nostre tasche avesse valore pedagogico,
cioè se si punisse per educare e migliorare le condizioni generali della
viabilità. Peccato che la sensazione sia diversa. Il dubbio (legittimo) è che i
criteri e i metodi adottati dalle amministrazioni locali servano in primo
luogo a mettere a posto i bilanci. Come spiegare, altrimenti, autovelox
collocati in luoghi semi-nascosti, o limiti di velocità che appaiono a
tradimento e costringono a frenate pericolose? Che dire dei famigerati T-
red, i semafori a frazione di secondo, che si sono rivelati truccati per
incassare di più e fregare la gente? E non parliamo delle zone a traffico
limitato.
A Milano, per esempio, proprio la mattina in cui è scattata la rivoluzione
dell'Ecopass (il centro storico accessibile a pagamento a eccezione delle
auto dei residenti e non inquinanti), alcune vie nevralgiche sono state di
colpo riservate ai mezzi pubblici. Risultato: migliaia di cittadini, che pure
pensavano di essere in regola con l'Ecopass, si sono visti recapitare fino a
cento multe rilevate in cento giorni successivi nello stesso punto. Per
fortuna i giudici di pace ai quali si sono rivolti i malcapitati stanno