Page 101 - L'onorata società
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ambientali, descrive un quadro imbarazzante: su 193 impianti presi di mira
dalle proteste, tra il 2005 e il 2006 ben 89 sono praticamente scomparsi
dall'attenzione dei mezzi di informazione. Il 32 per cento risulta
abbandonato, il 19 per cento fermo (la metà da più di un anno), il 15 è in
attesa di autorizzazione e il 3 di modifiche. Appena il 15 per cento è in
funzione, il 3 in costruzione.
La sintesi perfetta di come vanno le cose nel nostro Paese è
l'autostrada Salerno-Reggio Calabria. Un calvario che un giorno ha fatto
saltare i nervi anche al cardinale Raffaele Martino, presidente del Pontificio
consiglio della giustizia e della pace. Nel luglio 2007, al termine di un
viaggio in macchina sulla A3, il porporato è sbottato contro tutto e tutti, dai
politici alle stesse popolazioni meridionali: «Ben 5 ore per percorrere 200
chilometri, un'autentica Via Crucis. Protesto come utente e come cittadino.
È stata un'esperienza al limite del sopportabile. Non è possibile che manchi
il rispetto di ogni basilare norma di umanizzazione».
Verrebbe da dire: benvenuto nel nostro inferno quotidiano, eminenza.
Incidenti, morti, criminalità, blocchi, denunce, processi, lungaggini, costi
elevati. La Salerno-Reggio Calabria più che un'opera pubblica è una
maledizione. La prima pietra risale al 1962, presidente del Consiglio
Amintore Fanfani. L'ultima, almeno stando alle dichiarazioni del maggio
2009 di Altero Matteoli, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, è
prevista tra la fine del 2012 e l'inizio del 2013. Considerato che, come ha
detto il rappresentante del governo, «190 chilometri dell'asse autostradale
sono stati già completati, che 180 sono in corso di realizzazione e i restanti
sono stati finanziati e i lavori saranno avviati quanto prima», non rimane
che sperare. Anche perché ai costi di costruzione si aggiungono quelli dei
ritardi. Stando a un rapporto dell'Ance, l'associazione dei costruttori, ogni
giorno perso sulla realizzazione delle grandi opere ha un peso di 177
milioni. Meglio non provare a fare calcoli su quanto, alla fine, ci verrà a
costare questa autostrada. Su cui, tra l'altro, ha da decenni messo gli occhi
e allungato le mani la criminalità organizzata. Ora bisogna confidare nella
Impregilo, che si è aggiudicata due maxilotti per un valore complessivo di
1,2 miliardi.
Se il costruttore fa anche il banchiere
Bella storia, quella di Impregilo. La società nasce nel 1990 in seguito alla
fusione tra Fiat Impresit e Cogefar, alle quali vengono incorporate più tardi
Girola e Lodigiani. Ivan Cicconi, direttore di Itaca, Istituto per la
trasparenza degli appalti e la compatibilità ambientale, la vede così: «È la