Page 106 - L'onorata società
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entrato  con  i  pantaloni  corti,  fondandone  per  giunta  il  Gruppo  giovani.
          Evidente  che  i  costruttori  giochino  un  ruolo  fondamentale  nella
          determinazione  delle  strategie  confindustriali.  Difficile,  per  esempio,
          stabilire se e quanto siano stati decisivi nel convincere Emma Marcegaglia

          a schierarsi contro le nuove norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.
              Ma l'Italia è anche il Paese dei geometri e dei muratori mascherati da
          costruttori.  Gente  che  si  è  sfregata  le  mani  per  anni  davanti  ai  continui
          rinvii nell'applicazione delle «Norme tecniche per le costruzioni», introdotte

          agli inizi del 2000 per garantire durata e resistenza agli edifici colpiti da
          terremoti.  La  prima  frenata  è  del  governo  di  Romano  Prodi,  nel  2007.
          Stessa decisione, nel febbraio 2009, da parte dell'esecutivo Berlusconi. Che
          ha utilizzato allo scopo il cosiddetto decreto Milleproroghe, un guazzabuglio

          dentro  al  quale  si  trovava  di  tutto:  misure  sulle  scadenze  fiscali,  sugli
          infortuni sul lavoro, sul terrorismo internazionale...
              La ragione? Semplice. Costruttori e ingegneri chiedevano altro tempo
          per adeguarsi alle novità. Una storiaccia, specie se si considera che un paio

          di  mesi  dopo  veniva  devastato  l'Abruzzo.  Il  senatore  del  Pdl  Gabriele
          Boscetto,  avvocato,  per  due  volte  presidente  della  Provincia  di  Imperia,
          firma  l'emendamento  che  rimanda  di  un  ulteriore  anno  le  norme  in
          questione.  Non  passano  molti  giorni  e  l'ingegner  Alessandro  Martelli,

          responsabile della sezione Prevenzione e rischi naturali dell'Enea, oltre che
          docente di Scienze delle costruzioni in zona sismica all'università di Ferrara,
          scrive una lettera indirizzata al ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli.


              Signor  ministro,  come  lei  sa  è  dal  2001  che  il  settore  delle  norme
          tecniche  per  le  costruzioni  antisismiche  è  di  fatto  in  regime  di  proroga.
          Francamente ci stiamo sempre più convincendo che non entreranno mai in
          vigore.  [...]  A  seguito  del  terremoto  in  Molise  del  2002,  nell'emergenza

          furono  emanate  ulteriori  prescrizioni.  Ma  da  allora  si  è  consentito  di
          continuare  ad  applicare  regole  obsolete,  vecchie  di  16  anni.  Se  per  un
          breve periodo questo poteva avere una giustificazione, cioè dare modo ai
          progettisti di adeguarsi alle nuove regole, ora, anzi da un pezzo, non ne ha

          più.  Salvo  non  si  voglia  favorire  chi  vuole  limitare  i  costi  a  scapito  della
          sicurezza. Confidiamo nella sua sensibilità.

              Le  frasi  di  Martelli  (premonitrici  se  lette  adesso)  non  lasciano

          indifferente  Matteoli.  Già  a  voce  il  ministro  si  dichiara  d'accordo  con  il
          tecnico.  Poi,  quando  il  Parlamento  si  appresta  ad  approvare
          l'emendamento  Boscetto,  anche  lui  prende  carta  e  penna  per  esprimere
          alla presidenza del Consiglio e al collega Tremonti «assoluta contrarietà».

              Di  fronte  al  dramma  abruzzese,  la  politica  si  è  affrettata  a  portare
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