Page 109 - L'onorata società
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Piantiamo un pilastro di cemento armato per ogni bambino che nasce.
          Se è vero che i bambini sono i pilastri del nostro futuro, sarà sui pilastri di
          cemento  che  costruiremo  la  nuova  Calabria.  Una  Calabria  fatta  di
          palazzine,  ponti,  viadotti,  garage,  villette,  bungalow,  bunker,  corpi

          avanzati,  scarichi  fognari,  seminterrati,  capannoni,  case  di  campagna,
          strade  bianche,  strade  asfaltate,  e  soprattuttamente  chilometri  di  pilu.
          Finché Dio e la sanatoria ce lo consentiranno.


              Il piano casa varato dal governo Berlusconi nel 2009 sembra ammiccare
          esattamente  a  questa  Italia.  Quella  dei  tanti  Cetto  La  Qualunque.  Un
          Paese di verandine e cantinette pronte a trasformarsi in cameretta per i
          figli.  Dove  non  ci  si  fa  scrupoli  ad  alzare  un  muro,  aprire  una  finestra

          abusiva, sopraelevare un terrazzo che ruba vista e aria ai vicini. La legge
          del  governo  Berlusconi,  annunciata,  rinviata  e  riannunciata,  figlia  di  un
          lungo contenzioso con le Regioni, va in questa direzione: fine della licenza
          di  costruzione,  sostituita  dalla  semplice  certificazione  del  progettista,

          possibilità di aumentare del 20 o del 30 per cento le superfici, libertà di
          abbattere e ricostruire un immobile antecedente al 1989. Più altri optional,
          assai graditi dai palazzinari.
              Le misure previste, che secondo le stime avrebbero un impatto di quasi

          60  miliardi  e  creerebbero  800  mila  posti  di  lavoro,  dovrebbero  servire  a
          sostenere  la  domanda  interna  di  beni  e  servizi  in  una  fase  pessima  di
          congiuntura  economica.  Insomma,  l'obiettivo  è  accelerare  la  ripresa.  Di
          certo  si  tradurranno  in  un  toccasana  per  un  settore,  l'edilizia,  in  forte

          difficoltà.
              Rimane  la  perplessità  di  fondo:  ma  è  la  direzione  giusta?  È  davvero
          quello di cui l'Italia ha bisogno? Andrea Carandini, archeologo, presidente
          del Consiglio superiore dei beni culturali, è categorico: «L'intervento che si

          intravvede desta preoccupazione e allarme. Nel suo disordinato pointillisme
          [tecnica pittorica basata sui punti anziché sulle pennellate, N.d.A.] rischia
          di portare nuove rughe al volto già usurato del nostro paesaggio rurale e
          urbano».  Gli  ambientalisti  sono  naturalmente  più  duri.  In  una  nota

          congiunta  indirizzata  al  presidente  della  Regione  Lombardia  Roberto
          Formigoni, Fai, Wwf e Italia Nostra parlano di «provvedimento inadeguato.
          Una minaccia per il territorio, l'ambiente e la tutela del paesaggio e dei
          beni architettonici».

              Preoccupazione forse dettata da schemi ideologici, ma affatto campata
          in aria. Da noi appena lo 0,97 per cento degli abusi "non sanabili" viene
          demolito. Quando qualcuno ci prova, come sta tentando di fare la Procura
          di Napoli con gli scempi realizzati a Ischia, si levano barricate di cittadini e

          amministratori locali che tra proteste e ricorsi alla giustizia impediscono le
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