Page 114 - L'onorata società
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Come condannare quelli che perdono la pazienza e una volta al mese
occupano i binari per protesta? I pendolari delle Ferrovie Nord Milano
hanno creato un blog dall'eloquente titolo, Pollonord, dove vengono
raccolte storie di disservizi, frammenti di vita, aneddoti. Nelle stazioni
lombarde capita di incontrare sindaci con fascia tricolore che si uniscono ai
passeggeri per marciare fin dentro gli uffici dei capistazione e su, verso i
piani alti del Pirellone, sede della Regione. Vedremo se cambierà qualcosa
con la nuova società paritetica fra Nord e Trenitalia, che si occuperà del
traffico su rotaia in Lombardia. Intanto la gente è all'esasperazione. Non ne
può più del calvario quotidiano. E magari qualcuno crede che chi arriva
tardi al lavoro faccia il furbo. Deve avere pensato esattamente questo
Anna Maria Peschiera, presidente del Tribunale di Vigevano (Pavia),
viaggiatrice abituale sulla tratta Milano-Mortara. Un giorno ha preso un
cartello e lo ha affisso sulla porta del suo ufficio: «Eventuali ritardi
nell'inizio delle udienze non sono imputabili alla scrivente, ma ai sempre
più frequenti ritardi sulla linea ferroviaria». Un modo per chiedere scusa ad
avvocati e imputati per i disservizi cui spesso li costringe.
Messe alle strette dalle pressioni di piazza, nel corso degli anni le
Regioni hanno inserito nei "contratti di servizio" sanzioni a carico di
Trenitalia per i casi in cui le tabelle di marcia non vengano rispettate. La
risposta è stata immediata: basta dilatare i tempi di percorrenza stabiliti,
in modo da ricavare dei minuti di compensazione utilizzabili alla bisogna.
Come dire, non riesco a stare entro il limite previsto? Lo allungo.
Federconsumatori ha pubblicato un confronto significativo: se nel 1980 il
rapido 900 doveva impiegare 3 ore e 13 minuti per andare da Pisa a Roma
e viceversa, oggi gli Intercity prevedono un tempo superiore di 4 minuti.
Sempre nel 1980, il convoglio 942 partiva da Pescara e arrivava a Roma 3
ore e 21 minuti dopo, adesso il treno più veloce sulla tratta ci mette quasi
mezz'ora di più.
Si può tornare ancora più indietro. Nel 1933, epoca in cui gli scambi dei
binari venivano azionati a mano, il treno A824 partiva da Venezia alle
17.55 per arrivare a Bassano del Grappa alle 19.11. Un'ora e 16 minuti per
percorrere 60 chilometri. Molte cose sono cambiate da allora. Eppure,
sembrerà assurdo, per coprire quegli stessi 60 chilometri ci vogliono 11
minuti in più. Forse sta proprio qui la spiegazione dei dati forniti da
Trenitalia, dai quali si evincono indici di puntualità in costante crescita,
nonostante la gente abbia la sensazione che le cose non migliorino affatto,
piuttosto peggiorino.
Valli a mostrare a gente come Giuliano Carenzi, questi indici di
puntualità. Carenzi è un sessantenne analista informatico di Terranova dei
Passerini, nella bassa lodigiana. Uno che da trent'anni, tutti i giorni, viaggia