Page 118 - L'onorata società
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Federconsumatori di Bergamo ha convinto gli ispettori d'igiene a salire in
          carrozza. Il referto: «Situazione critica per sedili, pavimenti, vetri, bagni,
          microclima». Secondo un'indagine del 2008 del Codacons, il 38 per cento
          degli  Intercity  viaggia  con  poltrone  sporche  e  toilette  impraticabili.  Da

          Trenitalia  sono  piovute  altre  scuse.  L'amministratore  delegato  Vincenzo
          Soprano,  ai  microfoni  di Radio  anch'io,  ha  detto  di  trovare  "indegna"  la
          pulizia dei vagoni: «Confesso che quando salgo su un treno, mi vergogno».
              Su  questo  versante,  tuttavia,  le  colpe  non  sono  esclusivamente  di

          Trenitalia.  Da  tempo  i  vertici  della  società  cercano  in  qualsiasi  modo  di
          liberarsi di una ventina di appaltatori per le pulizie che non fanno il loro
          dovere.  Ma  i  ricorsi  al  Tar  fioccano  e  le  pratiche  diventano  sempre  più
          ingarbugliate.  È  dura,  in  effetti,  schiodare  gente  che  per  anni  ha

          guadagnato a sbafo, grazie a protezioni dall'alto. Moretti fa capire il clima:
          «Ci  hanno  fatto  trovare  addirittura  le  teste  di  capretto  per  intimorirci».
          Questo in alcune zone del Meridione. Più su non sono mancati episodi di
          "sabotaggio" o "spargimento ad arte di immondizia".

              Silvana Santisi, sindaco di Seriate, in provincia di Bergamo, dopo una
          serie  di  lamentele  andate  a  vuoto,  ha  preso  carta  e  penna  e  ha
          denunciato:  «Da  una  verifica  personale,  le  carrozze  presentano  sangue,
          siringhe,  finestrini  rattoppati  con  nastro  adesivo.  Uno  non  ha  retto  a

          cotanta riparazione ed è caduto sulla testa di un passeggero». I mea culpa
          servono a poco per chi ha sperimentato i cosiddetti treni ad "alta vetustà",
          quelli  composti  da  carrozze  scartate  in  giro  per  l'Italia  e  mandate  nelle
          regioni  che  pagano  meno,  come  la  Sicilia.  Qui  i  passeggeri  salgono,

          sistemano  l'asciugamano  portato  da  casa  sopra  il  sedile,  si  siedono  e  si
          mettono il cuore in pace. Per andare da Siracusa a Trapani impiegano più
          tempo  che  da  Palermo  a  New  York  in  aereo.  Sono  400  chilometri,  in
          macchina  ci  vogliono  5  ore.  Il  treno  delle  5.05  li  copre  in  10  ore  e  59

          minuti. In senso inverso, chi sale a Trapani alle 4 del pomeriggio scenderà
          a Siracusa la mattina successiva alle 7.29: 15 ore e 29 minuti. Se non ci
          sono intoppi.
              Nel settore ferroviario bisogna fare una distinzione importante. Da una

          parte c'è il servizio universale, cioè quello finanziato da Stato e Regioni,
          con l'intento di garantire collegamenti in tutto il Paese, anche in tratte non
          redditizie, dove il numero di passeggeri non è sufficiente a coprire i costi.
          Qui i prezzi per gli utenti sono regolati, frutto di un accordo tra gestore e

          Regioni.  Dall'altra  c'è  il  servizio  di  mercato,  sorretto  da  biglietti  e
          abbonamenti  il  cui  costo  viene  gestito  in  piena  autonomia  dalle  società
          ferroviarie, per le quali rappresenta il comparto più redditizio.
              Su questa doppia natura e sulle distorsioni che ne possono derivare si è

          inserita l'Antistrust. In una segnalazione inviata a governo, Parlamento e
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